Morosini (Csm): Mai detto che Renzi va fermato
07 Maggio 2016
Renzi va fermato. Questo il senso delle parole attribuite in una intervista del Foglio al consigliere del Csm, Piergiorgio Morosini, che avrebbe detto “Bisogna guardarsi bene dal rischio di una democrazia autoritaria”, aggiungendo che “occorre votare No ad ottobre”, al referendum costituzionale.
Immediato l’intervento dell’Anm che, in attesa di conferma, fa sapere che quelle parole sono “per alcuni aspetti inopportune e ingiustificate e per altri riguardanti temi e argomenti non di pertinenza di un rappresentante dei magistrati presso l’organo di governo autonomo e che incidono sul prestigio della magistratura e sul leale rapporto tra i poteri e gli organi dello Stato”.
Ma ieri è arrivata la secca smentita di Morosini: l’intervista “non rappresenta il mio pensiero, né su presunte opinioni politiche contro il governo, né su giudizi personali relativi a rappresentanti delle istituzioni o colleghi, e neppure sulle dinamiche operative del Consiglio superiore della Magistratura”. “Lo avevo già detto esplicitamente nella nota inviata ieri mattina alle agenzie – aggiunge Morosini – ma ritengo utile ribadirlo per fugare ogni dubbio in proposito”.
Sempre ieri il consigliere togato ha allegato anche la trascrizione del testo dei due interventi da lui svolti al plenum del Csm e la dichiarazione resa alle agenzie di stampa “da cui – rileva – si comprende chiaramente che la immediata smentita non riguarda solo il titolo della presunta intervista ma i contenuti del colloquio informale”.
Nel frattempo si era mosso il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, il quale, dopo aver incontrato il capo dello Stato Sergio Mattarella, aveva ammonito in una intervista al Corriere: “Sarebbe davvero opportuno che ognuno rimanesse nel proprio perimetro istituzionale”, definendo l’accaduto “molto grave”.
“Noi – ha specificato Legnini – stiamo facendo la nostra parte cercando di arginare e stigmatizzare iniziative personali che creano danni gravissimi. Mi auguro davvero che tutti comprendano la necessità di rispettare la propria funzione e quella degli altri”.
E si ricorda l’intervento di Mattarella allainaugurazione dei corsi di formazione per l’anno 2016 della Scuola superiore della magistratura, quando il capo dello Stato aveva ricordato come “gli ambiti di spettanza dei diversi poteri non sono fortilizi da contrapporre gli uni agli altri”. L’inquilino del Colle aveva poi invitato a rispettare “i confini delle proprie attribuzioni, senza cedere alla tentazione di sottrarre spazi di competenza a chi ne ha titolo in base alla Costituzione”.
Anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha chiesto “chiarimenti” sulla vicenda, mentre il presidente del Pd Matteo Orfini ha descritto l’atto come “gravissimo”. La Carta costituzionale “si basa sull’autonomia dei poteri e distinzioni dei ruoli”, ricorda Orfini, e che un membro del Csm “faccia un’intervista di battaglia politica e poi la smentisca come i peggiori politici desta preoccupazione e sconcerto”.
Eppure, rileva qualcuno, lo scoop del Foglio con le presunte e poi smentite dichiarazioni Morosini ha in qualche modo prestato il destro ai democratici, alimentando l’idea di un partito sotto assedio della magistratura. Anche se, dice Orfini, ” non ci sentiamo assolutamente sotto . I giudici perseguono notizie di reato, è il loro lavoro, noi gli abbiamo pure chiesto di lavorare di più e fare meno ferie…”. La polemica non si ferma, e in attesa di nuove evoluzioni l’unica certezza è che lo scontro tra governo e magistrature non si placa.