Morte Raciti, 11 anni di reclusione a Micale

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Morte Raciti, 11 anni di reclusione a Micale

22 Marzo 2010

Undici anni di reclusione per "omicidio preterintenzionale": è la condanna inflitta dalla prima Corte d’assise di Catania a Daniele Natale Micale, 23 anni, a conclusione del processo per la morte dell’ispettore Filippo Raciti. I giudici hanno accolto integralmente la richiesta del pm Andrea Bonomo disponendo anche il pagamento di una provvisionale di 75 mila euro cadauno per i due figli di Raciti e per la vedova Marisa Grasso, oltre a 50 mila euro per il ministero degli Interni. La Corte ha stabilito anche un risarcimento per danni non patrimoniali di 25 mila euro per la Presidenza del Consiglio dei ministri e per il ministero degli Interni.

L’imputato era presenta alla lettura della sentenza ed è rimasto in silenzio. Nessun commento con i giornalisti. Si è invece lasciata andare a uno sfogo sua madre, Rosaria Palermo: "Mi aspettavo una sentenza giusta e invece hanno condannato mio figlio che non c’entra nulla con l’omicidio dell’ispettore Raciti", ha detto la donna.

"I genitori dell’ispettore di polizia Filippo Raciti sono ampiamente soddisfatti non per gli anni di condanna comminati all’imputato ma per la sentenza in sé, perché è stata accertata la responsabilità delle persone accusate di avere ucciso loro figlio". Lo ha affermato il loro legale, l’avvocato Domenico Laudani, commentando la sentenza. I genitori dell’ispettore Filippo Raciti non hanno chiesto, in sede di processo penale, il riconoscimento di alcuna provvisionale per risarcimento danni, che invece è stato concesso alla vedova e ai due figli del poliziotto ucciso a Catania, che ne avevano presentato richiesta tramite i loro legali, gli avvocati Enzo e Enrico Trantino.

"Giustizia è fatta, ora potrò dire ai miei due figli che gli assassini del loro padre sono stati condannati: è una notizia che attendono da tre anni". Così Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Filippo Raciti, ha commentato nell’aula della prima Corte d’assise la condanna. Per lo stesso reato il 9 febbraio scorso è stato condannato dal Tribunale per i minorenni di Catania a 14 anni di reclusione Antonio Speziale. "Mio marito indietro non torna – ha aggiunto Marisa Grasso – ma questa sentenza è una risposta di giustizia che porto a casa a miei figli, che hanno perso il padre: è morto mentre lavorava per difendere la giustizia e Catania".  

Rosaria Palermo, la madre di Micale, ha commentato in lacrime l’esito del processo: "Gli hanno distrutto la vita condannandolo senza prove. La chiedo io giustizia e i danni per mio figlio e suoi fratelli. Ci stanno facendo morire…". E ha aggiunto: "Ho atteso tre anni in silenzio ma adesso lo devo dire: non ho più fiducia nella magistratura. Ma Dio vede e provvede… Mio figlio in carcere non ci andrà, ci andrò io al suo posto: lui si deve godere la vita. La sua colpa è stata di trovarsi al momento sbagliato al posto sbagliato, ma può capitare a ciascuno di noi". "Capisco che soddisfatti della sentenza possono essere, con tutto il rispetto per loro, i familiari dell’ispettore che possono dire di avere trovato i colpevoli – ha osservato ancora scossa Rosaria Palermo – ma dove sono le prove? Io voglio le prove. Ma quante cavolate abbiamo sentito…". Accanto a lei anche la sorella di Daniele Natale Micale annuisce e tra le lacrime ha continuato a ripetere: "Hanno condannato un innocente mentre i veri colpevoli sono ancora fuori".

Raciti era deceduto per le ferite riportate durante gli scontri dentro e fuori lo Stadio Angelo Massimino il 2 febbraio del 2007 durante il derby di calcio con il Palermo. L’altro indagato per la morte di Raciti, Antonino Speziale, minorenne all’epoca dei fatti, è stato processato separatamente e condannato a 14 anni.