
Morto Ennio Morricone, l’Italia piange uno dei sui figli prediletti

06 Luglio 2020
È morto nella notte il maestro Ennio Morricone, in una clinica romana dove era ricoverato inseguito ad un infortunio. Aveva 91 anni.
Una nota della famiglia fa sapere che il maestro si è spento alle luci dell’alba del 6 luglio dopo aver ricevuto i conforti religiosi.
L’Italia piange uno dei suoi figli prediletti, un artista che ha saputo trasmettere infinite emozioni con le sue colonne sonore, tra le più amate e ascoltate.
Due premi Oscar: il primo alla carriera conquistato all’età di 79 anni. Il secondo, invece, vinto nel 2016 per il western “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino e non poteva essere altrimenti per colui che con le sue note vibranti seppe dare vita agli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood nel sodalizio di successo con Sergio Leone; non poteva andare diversamente per colui che riuscì ad enfatizzare lo spettatore con il dolore e il sentimento di odio attraverso gli occhi di Lee Van Cleef in “Per qualche dollaro in più”.
D’ora in avanti, quando penseremo a Morricone, lo faremo con la mente che vola all’immortale scena finale di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore e ci emozioneremo come Jaques Perrin sulle note sublimi che accompagnano i baci tagliati dai grandi capolavori del cinema dalla censura “pudica” negli anni del moralismo intransigente.
Ennio Morricone ha profondamente cambiato il ruolo della colonna sonora dei film, la quale, prima di lui, fungeva da mero accompagnamento; ora, al contrario, svolge un ruolo di primissimo piano, come testimonia tutta la produzione cinematografica contemporanea.
È vero, Morricone ci ha lasciati. Tuttavia è sempre bene sottolineare i giganti come lui non lasciano mai davvero questa terra, perché vivono negli echi di immortalità, si manifestano con la loro opera e continuano a trasmettere emozioni come se fossero ancora qui in mezzo a noi.
L’arte, infatti, non conosce né limiti, né barriere spazio-temporali, conosce solo l’eterno in cui essa permane immutata.