Morto il trans Brenda: è la seconda vittima coinvolta nel caso Marrazzo

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Morto il trans Brenda: è la seconda vittima coinvolta nel caso Marrazzo

20 Novembre 2009

Il sexy scandalo Marazzo continua ad avere risvolti agghiaccianti. Il corpo del transessuale Brenda, coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione Lazio, è stato trovato carbonizzato all’interno di un seminterrato trasformato in appartamento in via Due Ponti 180 a Roma. La Procura di Roma procede per l’ipotesi di omicidio volontario, tesi che sarà formalizzata in giornata.

Brenda è la seconda vittima della misteriosa vicenda che ha portato alle dimissioni di Piero Marrazzo. Il primo è stato Gianmarino Cafasso (i due erano molto amici), protettore di transessuali, stroncato da un’overdose di cocaina nel settembre scorso in circostanze non ancora del tutto chiarite (l’allarme fu dato solo la mattina dopo dalla trans che era con lui).

Secondo le notizie circolate nel corso di queste settimane, Brenda chiamava l’ex presidente della Regione Lazio sul posto di lavoro. Non una volta ma più volte. Telefonate raccolte dai centralini della presidenza della Regione Lazio. Il trans cercava il presidente e si qualificava proprio come “Brenda”. Circostanza questa che però il trans negò, almeno ai giornalisti, subito dopo lo scandalo sottolineando di “non conoscere Marrazzo”. Sarebbe l’unico trans ad avere contattato direttamente Piero Marrazzo tramite i numeri fissi della sua segreteria. Natalie invece, ovvero il trans ritratto con l’ex presidente della Regione Lazio nel video oggetto di ricatto da parte di quattro carabinieri infedeli, contattava – per sua stessa ammissione – Marrazzo direttamente sul cellulare.

“Per me l’hanno ammazzata. Non so chi, ma devono trovare chi ha combinato tutto questo. Stava male psicologicamente e voleva tornare in Brasile”. A parlare, visibilmente scossa, è Barbara una transessuale amica di Brenda. “Ieri ci siamo viste in un parcheggio vicino casa mia e abbiamo bevuto un bicchiere di Ballantainès e poi l’abbiamo lasciata a casa a vedere la tv – ha detto Barbara – Noi siamo tutte a rischio, né Polizia né Carabinieri hanno fatto nulla. Abbiamo paura dei romeni”. Barbara, visibilmente confusa, non ha però neanche escluso che Brenda “si possa essere suicidata”.

Il corpo – identificato grazie alle dichiarazioni di una persona accorsa sul posto che ha dato anche l’allarme ai Vigili del fuoco – secondo fonti dalla polizia scientifica non presenterebbe segni di violenza. Secondo le prime testimonianze, accanto al cadavere è stata trovata una bottiglia di whisky. Le sue colleghe avrebbero riferito che ieri sera Brenda era sobria anche se molto giù di morale: avrebbe detto loro che non ce la faceva più ad andare avanti. Un particolare forse significativo: nel suo appartamento sarebbero state trovate delle valigie pronte.

I Vigili del fuoco della capitale sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando all’interno delle cantine di una palazzina in via Due Ponti alle 4:16 del mattino. Arrivati sul posto alle 4:33 hanno trovato il corpo di Brenda ormai carbonizzato. Sul posto sono accorsi gli agenti della squadra mobile della Questura di Roma e la polizia scientifica.

Il transessuale brasiliano coinvolto nel caso Marrazzo per i rapporti che avrebbe intrattenuto con lui – da lui stesso smentiti – era stata ascoltato in procura a Roma, come testimone, nell’ambito dell’ inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell’ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L’audizione del viado svolta di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l’altro, la questione dell’esistenza di un secondo video che coinvolgerebbe sempre Piero Marrazzo.

Il nome di Brenda compare pochi giorni dopo, il 9 novembre, quando rimane coinvolta in una rissa in via Biroli, sulla via Cassia. Denuncia di essere stato derubato di borsa e cellulare ma aggredisce i carabinieri perché  in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’assunzione di alcool, cerca di procurarsi delle lesioni battendo la testa ripetutamente contro un’auto e, giunto in ospedale, cerca di ferire un medico con una forbice tentando poi di togliersi la vita. Poi lo sfogo: “Sono stanca, non ne posso più. Tutta questa storia in cui sono stata messa è terribile. Non riesco più a lavorare, a vivere. Ho paura di tutto. Voglio andarmene da Roma, dall´Italia. Questo gioco è troppo duro per me e le cose che mi stanno accadendo non mi sarebbero successe se non fossi stata coinvolta in questa storia. Ho paura di morire”.

Questa mattina alcuni transessuali hanno dichiarato agli investigatori che aveva più volte, nel corso del tempo, annunciato propositi suicidi.