Mosca, le telecamere hanno ripreso tutto ma nessuno rivendica gli attentati

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Mosca, le telecamere hanno ripreso tutto ma nessuno rivendica gli attentati

Le sei del mattino, ora italiana. Le otto a Mosca. Centinaia di persone affaccendate entrano ed escono dai treni della metropolitana nell’ora di punta per andare a lavoro, all’università o per accompagnare i figli a scuola. Poi, un boato. Dopo un’ora e mezza,  un altro ancora.

Questa mattina, nella metropolitana della capitale russa, due esplosioni hanno fatto strage di almeno 40 persone e causato dozzine di feriti nel cuore della città. La prima è avvenuta nella stazione di Lubyanka che si trova proprio sotto il quartier generale dei Servizi di sicurezza federale (ex Kgb), a due passi dal Cremlino, e ha causato la morte di 25 persone. La seconda, che ha ucciso altre 15 persone, nella stazione del Parco della Cultura, la fermata per il Parco Gorkij, ha devastato la terza vettura del treno, che andava verso la periferia, in direzione contraria rispetto a quello della Lubyanka. Sembra che una terza esplosione avrebbe dovuto colpire la stazione Prospekt Mira, ma fonti ufficiali non lo hanno ancora confermato.

La dinamica dei due attentati sembra essere molto simile. La prima esplosione, nella quale sono saltati in aria l’equivalente di tre chilogrammi di tritolo, è avvenuta alle ore 7.52 moscovite, le 5.52 in Italia, su un treno in quel momento fermo ai binari. Nella seconda, quella del Parco della cultura alle 8:38, 500 grammi dello stesso esplosivo. Le autorità moscovite hanno aperto un’inchiesta per "atti di terrorismo". Il procuratore di Mosca, Yuri Semin, ha dichiarato che in entrambi i casi le esplosioni sono state provocate da attentatori suicidi. Per il sindaco della capitale russa si tratterebbe di due donne kamikaze legate in qualche modo al terrore di matrice cecena. Le donne vengono frequentemente scelte per questo tipo di attentati, perché riescono ad evitare più facilmente i controlli della sicurezza. In effetti, le immagini delle telecamere a circuito chiuso sembrano confermare l’ipotesi: le donne sono salite a bordo della metropolitana al capolinea di Iugo-Zapadnaia, a sud ovest della capitale. L’esplosivo, stando ai primi accertamenti, era nascosto in cinture allacciate all’altezza del petto, una prassi già collaudata dalle kamikaze cecene.

Se così fosse, per la Russia non sarebbe un fatto nuovo: donne kamikaze sono state usate per la clamorosa presa di ostaggi nel teatro Dubrovka nel 2002 e sempre donne avrebbero fatto esplodere i due aerei in volo nel 2004, solo per ricordare i casi più clamorosi.

Ad ogni modo le autorità stanno verificando la presenza di validi indizi sui luoghi delle esplosioni: schegge di ferro, resti delle esplosioni, unghie, e tutto ciò che potrebbe ricondurre all’identità delle attentatrici. In passato infatti, negli attentati di matrice cecena, è stato rilevato l’uso di schegge di ferro all’interno degli esplosivi. Si stanno anche verificando eventuali rivendicazioni. Le autorità però, sono molto prudenti su questo aspetto, poiché sono molti i gruppi che potrebbero essere interessati ad una rivendicazione opportunistica degli attentati contro Mosca. Comunque, il capo dei servizi di sicurezza (Fsb) Aleksandr Bortnikov ha dichiarato che gli attentati potrebbero essere riconducibili a un gruppo terroristico legato al Caucaso del Nord, benchè non sia ancora chiaro se il gruppo si ispiri a movimenti religiosi. Shafig Pshikhachev, plenipotenziario a Mosca del Centro di Coordinamento dei Musulmani del Caucaso del Nord (Ccmcn), in un’intervista ha categoricamente escluso il legame un legame tra l’Islam e i due attentati.

Durante le rilevazioni alla stazione del Parco della Cultura, secondo l’agenzia Itar-Tass, le autorità hanno trovato una cintura inesplosa e dei resti che lasciano pensare che una delle due attentatrici fosse una giovane caucasica dai capelli neri, di circa 18-20 anni. Secondo l’agenzia Interfax, invece, le due donne dovevano avere un complice. La polizia di Mosca avrebbe infatti ricevuto l’identikit di un uomo con barba corta, giacca blu, scarpe bianche e cappellino da baseball scuro.

I testimoni hanno raccontato all’agenzia Ria Novosti che dopo la prima esplosione la stazione di Lubyanka si è immediatamente riempita di fumo, scatenando il panico tra le circa mille persone che affollavano la metropolitana.

Un video amatoriale, girato con un telefono cellulare e pubblicato dalla Bbc online, mostra gli attimi successivi all’esplosione nella stazione del Paro della Cultura: un fumo denso avvolge un vagone della metro, e molti passeggeri sono seduti a terra, probabilmente intossicati o feriti.

In ogni caso, a Mosca – dove il presidente Dmitri Medvedev e il premier Putin sono stati informati in tempo reale – non ci sono dubbi: nella capitale è tornato il terrorismo. Il leader del Cremlino, che ha subito convocato una riunione d’emergenza, nella quale ha dichiarato che la linea per sconfiggere il terrorismo sarà proseguita senza esitazione e sino alla fine. "La linea dello Stato per schiacciare il terrore nel nostro Paese e la linea di lotta contro il terrorismo saranno portate avanti sino alla fine e senza alcuna esitazione", ha dichiarato Medvedev che ha subito chiesto al ministero degli Interni di tenere sotto controllo la situazione e di rafforzare la sicurezza nei trasporti."È difficile sventare attentati simili, così come è difficile garantire la sicurezza nei trasporti: occorre rafforzare sostanzialmente il controllo ed esaminare questo problema su scala nazionale", ha detto Medvedev precisando anche che quanto fatto in passato per contrastare il terrorismo non è stato sufficiente.

Nonostante la "normalizzazione" della Cecenia negli ultimi anni abbia riportato una relativa calma, nella regione la tensione resta altissima. Gli attentati sono piuttosto frequenti e proprio nelle ultime settimane le forze di sicurezza sono impegnate in un raid in Daghestan che avrebbe fruttato varie uccisioni "eccellenti" nelle file dei gruppi indipendentisti islamici.