Moscovici parla di flessibilità e populisti ma il convitato di pietra è l’immigrazione
07 Ottobre 2016
“C’è una minaccia populista e noi sosteniamo gli sforzi di Matteo Renzi affinché l’Italia sia un partner forte all’interno dell’Unione Europea”, ha detto ieri l’esponente della Commissione Ue, Moscovici, parlando all’Atlantic Council di New York. E dunque la Ue sembra pronta ad aprire uno spiraglio sulla flessibilità dei conti pubblici italiani, su sisma e migranti: “Si tratterà di flessibilità precise, limitate e chiaramente spiegate”, ha aggiunto Moscovici.
Ma far credere che la maggioranza degli italiani che sembrano orientati a votare NO al referendum costituzionale sia una manica di pericolosi populisti fa giustamente insorgere le opposizioni in Italia. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, accusa Moscovici: “Moscovici offende il popolo italiano. La democrazia fa paura a una certa Ue. C’è da riflettere. Questa Europa non ci piace”. Il capogruppo di Sinistra Italia, Arturo Scotto, commenta: “Ci mancava solo Moscovici. La politica economica dell’Europa dovrebbe essere decisa per rendere migliore la vita dei cittadini più deboli, non per salvare Renzi da improbabili minacce neopopuliste”.
Per Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, “I burocrati della Commissione europea corrono in aiuto del loro pupazzo Matteo Renzi. Il Commissario Ue agli affari economici ha dichiarato, fregandosene di ogni regola democratica, che in Italia c’è una minaccia populista, è per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi. Questi parassiti della Ue ormai non badano neppure a salvare le apparenze e dichiarano apertamente che le istituzioni europee prendono le loro decisioni per contrastare i ‘populisti’ (come loro chiamano il popolo) e agevolare il governo Renzi-Alfano (a loro tanto caro)”.
“Moscovici ha confermato quanto abbiamo ribadito, ovvero che le spese per terremoto e immigrazione restano fuori dal patto. Sono d’accordo con l’ascoltatore che non ci deve essere collegamento tra la concessione della flessibilità e un pericolo politico,” commenta Matteo Renzi a Radio Anch’io, parlando delle dichiarazioni di Moscovici. “Non dobbiamo utilizzare l’Ue come luogo per regolare i conti al nostro interno, l’interesse nazionale non è parolaccia”, ha aggiunto il premier.
Ora, quel distinguo tra flessibilità e pericolo politico fatto da Renzi mostra che forse, vista l’aria che si respira in tanti Paesi europei verso Bruxelles, il premier teme che l’abbraccio della Ue si riveli mortale per la sua campagna referendaria. Non solo. Viene da chiedersi come mai Moscovici, che a più riprese aveva detto che di flessibilità l’Italia ne aveva gà avuta abbastanza, adesso sia disposto a riaprire i cordoni della borsa. Forse una risposta c’è, ed è proprio l’immigrazione. A Bruxelles qualcuno spera che Renzi resti in sella in modo tale da continuare con la “politica” (sic) della accoglienza indiscriminata tipica dell’Italia…