Mose, Renzi: per politici corrotti ci vorrebbe il Daspo a vita
05 Giugno 2014
di redazione
"Un politico indagato per corruzione lo indagherei per alto tradimento", così il premier Matteo Renzi commenta le indagini sul Mose di Venezia. "Il problema della corruzione non sono le regole che non ci sono ma quelle che non si rispettano", dice Renzi, che si augura che l’inchiesta accerti prima possibile le responsabilità ma non nasconde la "enorme amarezza" per il presunto giro di tangenti. "Sicuramente interverremo nelle prossime ore e giorni sugli appalti pubblici, l’anticorruzione e altri temi specifici", rilancia Renzi. "Di fronte alla vicenda Mose ci sono i principi costituzionali che ciascuno ribadisce: piena fiducia nel lavoro della magistratura e presunzione di non colpevolezza fino a sentenza a cui speriamo si possa arrivare il più velocemente possibile, come da Paese civile". Ma il premier avverte: "Smettiamo di dire che ci sono i ladri perché non ci sono le regole: la gente che ruba va mandata a casa. Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri". E chiede "il Daspo per i politici".