Mosul, 19 ragazze si rifiutano di fare sesso con i militanti dell’Isis: bruciate vive
04 Giugno 2016
Secondo quanto riferisce il sito news iracheno “Eyoonn”, che cita fonti curde, gli uomini del Califfato “hanno bruciato le ragazze yazide perché rifiutavano di compiere la Jihad del sesso“. E’ così che viene chiamata la pratica di stupro, dai jihadisti, consumata su donne rapite come schiave del sesso.
La notizia è stata confermata anche da diversi siti locali come “ARA News” che cita attivisti locali. Le vittime, “sono state punite per aver rifiutato di avere rapporti sessuali con i militanti dell’Isis”, ha riferito l’attivista Abdullah al-Malla, il quale ha aggiunto un particolare a dir poco agghiacciante sull’esecuzione: le ragazze “sono state messe in gabbie di ferro nel centro di Mosul e bruciate a morte, di fronte a centinaia di persone dopo aver gettato sulle vittime della benzina”.
Bruciate vive per essersi ribelalte alle brame di possesso dei jihadisti. E’ questa l’atroce ‘punizione’ inflitta dallo Stato islamico a ben 19 ragazze yazide per essersi rifiutate di avere rapporti sessuali con i miliziani nella provincia irachena di Mosul. Sono due anni che la provincia è stata occupata dall’Isis.
E’ dall’agosto 2014 che l’Is ha preso il controllo della regione di Sinjar, nel nord dell’Iraq, abitata prevalentemente da yazidi. E sono circa 400mila le persone esodate verso Duhok ed Erbil, nel Kurdistan iracheno. Decine di migliaia di yazidi sono, però, rimasti intrappolati sul Monte Sinjar, dove si è assistito a esecuzioni di massa, rapimenti e stupri. Più di tremila ragazze yazide sono state sequestrate e fatte schiave.