Mosul: caccia ad Al Baghdadi, “Se viene ucciso, Isis implode”
03 Novembre 2016
Abu Bakr Al Baghdadi, il “Califfo” dello Stato Islamico, sarebbe a Mosul, la città irachena che dovrebbe essere liberata nel corso delle prossime settimane, o forse mesi, dalle truppe irachene, appoggiate dalle milizie sciite, dai combattenti peshmerga curdi e dalle forze della Coalizione a guida Usa. A dire che Al Baghdadi è ancora in città è una fonte curda citata dall’Independent’. Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente del Kurdistan iracheno Masoud Barzani, è convinto che il Califfo sia nella città: “Se verrà ucciso ci sarà un collasso dell’intero sistema dell’Isis”.
Secondo il giornale inglese, nessuno dei comandanti dell’Isis avrebbe il carisma né la ‘qualità’ adatte a mantenere unito lo Stato Islamico tra Iraq e Siria, continuando ad attrarre jihadisti della internazionale nera da tutto il mondo. In realtà, di Al Baghdadi si sono perse le tracce da parecchi mesi, le ultime immagini del Califfo risalgono al periodo precedente all’offensiva su Mosul. Sempre l’Independent commenta che con Al Baghdadi a Mosul la ‘resistenza’ dei jihadisti potrebbe durare di più: “E’ ovvio che perderanno ma non sappiamo quanto tempo sarà necessario perché ciò accada”. Sempre secondo le fonti curde della stampa inglese, “negli ultimi mesi al-Baghdadi ha tenuto un profilo molto basso dopo l’uccisione di numerosi comandanti dell’organizzazione sia in Siria che in Iraq”.
Al Baghdadi potrebbe tentare la fuga da Mosul, anche se l’esercito iracheno e i peshmerga curdi hanno circondato la città da nord, est e ovest, mentre le milizie sciite avanzano da ovest, presidiando le vie di fuga verso la Siria. Sarebbero centinaia i “foreign fighter” pronti al ‘martirio’ per difendere il leader del terrore. Mentre nelle zone liberate, i civili in festa sventolano bandiere bianche di fortuna e vanno incontro ai soldati gridando “Dio vi benedica, Daesh vada all’inferno”. Si pensa già al dopo-Baghdadi, a Mosul e al nord dell’Iraq, ricco di petrolio. Con Ankara e Baghdad ai ferri corti. Il premier iracheno Haidar al Abadi infatti ha minacciato la guerra contro Ankara se le truppe turche, che si ammassano al confine – a 100 km da Mosul – metteranno piede nel suo Paese.