Mosul, ora la ferocia dell’Isis è tutta per i cristiani. Chiese devastata e fedeli uccisi

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Mosul, ora la ferocia dell’Isis è tutta per i cristiani. Chiese devastata e fedeli uccisi

26 Ottobre 2016

Le milizie curde che forniscono appoggio logistico all’esercito iracheno nell’offensiva su Mosul, roccaforte dello Stato islamico in Iraq, hanno preso il controllo di un nuovo villaggio oggi a est della città. Le forze irachene stanno procedendo su tre direttrici per riprendere il controllo di Mosul. Secondo fonti militari consultate dall’emittente “Al Jazeera“, l’esercito iracheno sta avanzando lungo la direttrice orientale. L’offensiva è entrata oggi nel suo nono giorno e il tentativo di queste ore è quello di aprire un nuovo fronte dei combattimenti lungo la parte occidentale della città controllata dallo Stato islamico con l’aiuto delle milizie sciite.

I tagliagole dell’Isis intanto continuano a sfogare i loro deliri contro la popolazione civile di Mosul, prendendo di mira anche i simboli della cristianità. Negli ultimi giorni i miliziani hanno profanato diversi  luoghi religiosi nelle cittadine di Bartella e Karemlesh. Nella chiesa di Mart Shimony a Bartella sono state divelte croci e sfondate le cassette per le elemosine, nella parrocchia di Mar Giwargis dati alle fiamme immagini e paramenti sacri. I cristiani continuano ad essere il bersaglio preferito. I corpi, tra cui quelli di 4 bambini, sarebbero stati gettati nel fiume. Nel villaggio di Tuloul Naser sono stati scoperti i cadaveri di 70 civili crivellati di colpi. Quanto sta accadendo rafforza ulteriormente la convinzione che l’Isis voglia utilizzare i civili come scudi umani.

In attesa di capire quando inizierà l’assalto per liberare la città, potrebbe essere la Turchia a sferrare un’operazione di terra. L’ipotesi è stata avanzata dal ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, allarmato dalla presenza di miliziani del Califfato in direzione di Zakho, nel Kurdistan iracheno. Zakho, come Kirkuk, Rutbah e Qaim, rappresenta una delle tante manovre diversive adottate dagli uomini di Al Baghdadi per mettere in difficoltà la coalizione antijihadista.

Se la Turchia si dichiara pronta all’intervento, la coalizione internazionale a guida americana ha ufficializzato la propria intenzione di lanciare prossimamente un’operazione per liberare Raqqa, la “capitale” sirana dell’Isis. L’ha annunciato il segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter, a seguito di una riunione dei ministri della Difesa della coalizione che si è tenuta a Parigi. Carter non ha precisato quali forze interverranno nell’attacco contro la roccaforte dell’Isis in Siria ma ha escluso la partecipazione della Siria e ha precisato che si tratterà, come a Mosul, di forze locali. Anche il presidente francese Hollande è intervenuto su Mosul, parlando di sostegno alle popolazioni “anche dopo la caduta della roccaforte dell’Isis”.

A fare da contraltare ci ha pensato i capo di stato maggiore russo Serghiei Rudskoi, che ha accusato la coalizione a guida Usa di aver “ucciso 60 civili e ferito 200 nei tre giorni di bombardamenti”. Al tempo stesso la Russia, per voce del ministro degli esteri Lavrov, si è detta disponibile a un intervento in Iraq se richiesto.