Mozzarelle blu. Rabbia dei consumatori che chiedono inchiesta rapida
20 Giugno 2010
di redazione
Il "day after" del maxi sequestro da parte dei carabinieri del Nas di Torino, di 70.000 confezioni di mozzarelle che all’apertura diventano blu, vede la Procura di Torino cercare di procedere il più velocemente possibile per arrivare all’origine del problema e le associazioni dei consumatori sul piede di guerra perché quella che si sta prefigurando, da parte di produttori e distributori, è una ricerca spasmodica di acquirenti con pezzi a costi bassissimi, incuranti della qualità offerta e della salute dei consumatori. Altro elemento che sta emergendo dall’approccio del procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, alla vicenda è la volontà di andare a fondo sulle importazioni in Italia di latte straniero spesso usato per produrre latticini.
Quindi non solo sulle importazioni di latticini dall’estero, ma anche della materia prima. Un’inchiesta, questa, casualmente entrata nel vivo proprio pochi giorni fa, e che ora si interseca con questo nuovo filone nato dal ritrovamento delle mozzarelle blu prodotte in Germania e destinate alla catena italiana di supermercati discount Eurospin. Società – hanno confermato gli inquirenti – che ha collaborato da subito per cercare di ritirare tutti i pezzi del lotto incriminato. La procura di Torino si sta adoperando, anche cercando di coinvolgere in questo il Ministero della Salute, per riuscire a fare al più presto un sopralluogo in Baviera, nei laboratori dove è stata prodotta la mozzarella, e scoprire così all’origine il problema. Con una semplice rogatoria internazionale i tempi rischiano di diventare lunghissimi (per esempio nella vicenda Eternit la rogatoria è stata ottenuta dopo 4 anni), invece se il ministero potesse contattare il suo omologo in Germania e di conseguenza l’autorità giudiziaria tedesca, forse sarebbe possibile procedere più velocemente con il sopralluogo da parte degli inquirenti italiani. Inoltre c’è da accertare se mozzarelle di questo tipo siano andate a finire anche in altri Paesi europei.
Il ritrovamento delle mozzarelle, contenenti, secondo un primo esame dell’Istituto zooprofilattico di Trento (anche lì è stata trovata una "mozzarella blu") un batterio, ha sconcertato tanti. Tra questi anche l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) che sottolinea come la scoperta di questi formaggi blu sia stata compiuta "da una consumatrice e non dalle strutture sanitarie e di controllo italiane od europee. Il che lascia qualche dubbio sulla capacità delle autorità pubbliche di prevenire fenomeni di adulterazione alimentare. Insomma, – si chiede l’ Aduc – cosa mangiamo ogni giorno che non dovremmo?". Dal canto suo il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) chiede "norme più severe sulle offerte di prodotti freschi".
"Come questo episodio increscioso sia potuto accadere sarà l’autorità giudiziaria, a stabilirlo – spiega l’avvocato Simona Lonterni, responsabile di MDC Torino – ma è amaro constatare ancora una volta quanto i consumatori siano vulnerabili. Che cosa sarebbe accaduto se queste mozzarelle non fossero diventate blu? Probabilmente ce le saremmo mangiate senza accorgerci di nulla. Ci vogliono più controlli soprattutto sui prodotti periodicamente venduti in offerta. Spesso si tratta di prodotti di fine partita, prodotti da svendere per eliminare l’ultimo fondo di magazzino". Aggiunge l’ Aduc: "Si punta il dito contro i prodotti stranieri come se quelli italiani fossero naturalmente ‘buoni ed esenti’. Non è così, anche i prodotti italiani possono essere adulterati o contraffatti, olio, vino, latticini e altro. Ci vogliono maggiori sicurezze".