Mps, indagati Viola e Profumo: è un atto dovuto
19 Agosto 2016
Per il Monte dei Paschi di Siena i guai non finiscono mai. La procura senese ha iscritto nel registro degli indagati l’amministratore delegato Fabrizio Viola e l’ex presidente della banca Alessandro Profumo nell’ambito di un’inchiesta riguardante una rappresentazione non corretta nei bilanci 2011-2014 dei derivati Alexandria e Santorini.
Sulla base dei bilanci finiti nel mirino dei pubblici ministeri, il Montepaschi avrebbe varato due aumenti di capitale, rispettivamente da 5 miliardi nel 2014 e da 3 miliardi nel 2015. L’inchiesta nasce nel 2015 dopo alcuni esposti presentati da piccoli azionisti, comitati senesi e associazioni di consumatore.
A fronte della ricezione di un esposto/denuncia la magistratura è tenuta all’apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi.
La banca in una nota in seguito all’assemblea di bilancio avvenuta ad aprile scors ha reso noto: “L’indicazione del dottor Viola e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l’azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti”.
I bilanci 2012, 2013 e 2014 approvati sotto la gestione Viola e Profumo rappresentavano le operazioni a “saldi aperti” e nel pro-forma ne veniva esplicitata la natura di Cds sintetici, anche nel restatement del bilancio 2011, seguendo le indicazioni della delibera Consob – Ivass – Bankitalia del marzo 2013.
Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d’Italia e Consob. Per la Procura di Milano la rappresentazione delle ristrutturazioni di Alexandria e Santorini messa in piedi dal precedente management della Banca non era corretta in quanto si trattava di derivati (Cds sintetici) e non di long-term repo, e nei fatti era servita, sempre per la Procura milanese, che ha ripreso l’impianto della Procura di Siena, ad occultare le perdite legate alle ristrutturazioni dei due prodotti.
La non corretta rappresentazione delle due operazioni, nel caso della gestione Viola-Profumo, ha invece soprattutto sottostimato i benefici della corretta contabilizzazione. In particolare relativamente al bilancio 2015, dopo il restatement su indicazione di Consob, si è passati da una perdita di 111 milioni a un utile di 388 milioni nel conto economico consolidato, nei fatti un beneficio economico di 499 milioni. Nel caso del bilancio 2014 si è evidenziata una maggiore perdita di 58 milioni.