Muore giovane chi è caro agli dei ma che peccato tutto questo spreco

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Muore giovane chi è caro agli dei ma che peccato tutto questo spreco

24 Luglio 2011

La cantantessa Amy Winehouse è morta a 27 anni, sola nella sua casa di Londra. Una overdose, un suicidio, chissà. Entra nel club delle stelle del rock morte prima di compiere i 30, quasi in un macabro omaggio alle celebrazioni di Jim Morrison che ricorrono quest’anno.

Aveva suonato per l’ultima volta in pubblico il 18 giugno scorso a Belgrado, davanti a 20.000 persone imbestialite perché era salita sul palco completamente strafatta di cocaina e di crack. In un mondo della musica rock ormai sedato da tempo, e sempre più politicamente corretto, la morte di Amy ci ricorda il lato oscuro del divismo, da Keith Moon a Jimi Hendrix, da Janis Joplin a Brian Jones.

Sappiamo che chi muore giovane è caro agli dei. Ma aggiungiamo che a superala, quella maledetta giovinezza, forse Amy avrebbe realizzato a pieno il magnifico potenziale di voce, seduzione e poesia che gli dei le avevano concesso.