Myanmar. Usa e Onu pronti a ratificare embargo

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Myanmar. Usa e Onu pronti a ratificare embargo

06 Ottobre 2007

Gli Usa sono pronti a supportare le sanzioni Onu nei confronti di Myanmar che potranno includere anche un embargo di armamenti, a meno che il regime militare non smetta di perseguitare i manifestanti e rilasci i prigionieri politici.

 È  quanto annunciato ieri dall’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Zalmay Khalilzad. Secondo l’agenzia Agence France-Press, gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna avevano approntato una bozza di risoluzione, circolata all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nella quale si chiedeva al regime di Myanmar di cessare le “misure repressive” nei confronti dei manifestanti. Detta bozza dovrà ora essere approvata dai membri del Consiglio il prossimo 8 Ottobre.

Intanto il rappresentante permanente di Singapore alle Nazioni Unite, Vanu Gopala Menon, ha fatto sapere che le istituzioni militari giocano un ruolo fondamentale nella vicenda, “i militari sono un istituzione importante del paese che non può essere spazzata via…se essi non faranno parte della soluzione del problema, allora non ci sarà soluzione”, ha precisato Menon.

La condanna della repressione violenta contro i manifestanti di Myanmar ha oramai raggiunto livelli di consenso unanimi e si è intensificata dopo che il regime militare ha schierato la polizia in assetto anti-sommossa lo scorso 26 settembre. Da quel momento, pare ci siano stati almeno 30 morti a causa degli spari nella folla di dimostranti da parte delle forze di sicurezza che hanno tra l’altro rastrellato i monasteri ed arrestato almeno 1.400 persone tra cui molti monaci buddisti.

Intanto,le associazioni di volontariato stanno organizzando una manifestazione di solidarietà per i monaci buddisti in Australia, Belgio, Canada, Corea del Sud e Irlanda che si svolgerà a mezzogiorno, è quanto reso noto dalla Burma Campaign del Regno Unito per mezzo del proprio sito web,

“Questo giorno di partecipazione attiva serve a dimostrare che la crisi non è finita. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deve agire ora per porre fine all’escalation di violenza e deve concentrarsi su questa crisi fino a quando non sapremo che il popolo di Burma è salvo”.