Napoli deve imparare a fare da sé, ma intanto è fondamentale darle un aiuto
05 Luglio 2011
A Napoli i cumuli di spazzatura continuano ad “abitare” i marciapiedi, le strade e le piazze. L’aria è resa insopportabile dal lezzo nauseabondo reso ancor più irrespirabile dal caldo di questi giorni. La situazione si sta, giorno dopo giorno, irrimediabilmente compromettendo e le istituzioni locali sembrano non riuscire a trovare il bandolo della matassa per porre un punto da dove ricominciare.
In una tale emergenza – termine improprio perché non può più essere considerata tale una situazione che perdura dagli anni Novanta – ormai “istituzionalizzata”, non si può non essere d’accordo con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, quando avverte che il problema di Napoli è un problema nazionale. Un concetto sottolineato anche dal premier, Silvio Berlusconi, che quest’oggi ha rivolto un appello a tutte le regioni affinché si attivi "ogni forma di collaborazione e solidarietà a livello sovra regionale così da alleviare le sofferenze della popolazione napoletana. Mi auguro – continua ancora il premier – che l’esempio dato da alcune regioni, con la concessione dei nullaosta per il trasferimento dei rifiuti, venga presto imitato".
Per come è la situazione in questi giorni, quella della solidarietà delle altre regioni può essere la sola ed unica via d’uscita per la Campania: le discariche attualmente in uso sono al collasso, strumenti alternativi per far fronte all’emergenza, al momento, pare non siano né praticabili né concretizzabili in breve tempo. L’alternativa più “veloce” sarebbe quella di individuare nuovi siti per nuove discariche, fare i necessari lavori di messa in sicurezza e quindi sversare: una procedura che, anche ammesso trovasse tutti d’accordo sin da subito, necessiterebbe di un tempo di almeno sei mesi. Un tempo che Napoli e la Campania (intendendo i cittadini e non certo gli amministratori locali) non possono permettersi.
Questa ennesima fase di emergenza lascia l’amaro in bocca (verrebbe da dire la puzza al naso) perché il Governo, con il presidente del Consiglio in primis, tanto aveva fatto da ripulire Napoli in soli 58 giorni; fino a quando ha tenuto in mano le redini della situazione tutto è andato come previsto, poi quando tutto è passato nelle mani degli amministratori locali (il Comune, su tutti) l’emergenza è tornata la normalità.
La speranza è che l’invito di Berlusconi trovi una risposta concreta da parte di tutte le Regioni, senza però tralasciare che la Campania deve incominciare a fa da sé perché non sempre, come è anche giusto che sia, gli altri debbano e possano sacrificarsi mentre altri, nel malaffare, speculano e lucrano.