Napoli, giustizia nel caos: migliaia di condanne non eseguite. Interviene Orlando

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Napoli, giustizia nel caos: migliaia di condanne non eseguite. Interviene Orlando

18 Giugno 2016

Il presidente della Corte d’Appello Giuseppe De Carolis tramite una documentazione predisposta fa una denuncia impossibile da sottovalutare riguardante la città di Napoli: “Abbiamo un numero abnorme di sentenze non eseguite. Un dato grave, che incide sia sulla sicurezza, perché ci sono persone che dovrebbero essere arrestate e non lo sono, sia sul piano economico “.

Il resoconto parla di 30 mila sentenze di condanna non impugnate dopo il giudizio di appello e dunque ormai definitive. Di queste, circa 12 mila prevedono che l’imputato sconti la pena in carcere, ma allo stato niente di fatto: i condannati sono tuttora a piede libero. Altri 20mila provvedimenti sono di assoluzione o prescrizione.
 

Questa situazione, ribadisce il vice presidente del Csm, “non è riconducibile a responsabilità dei magistrati, ma alla carenza di mezzi e di personale. Ma questi numeri ci inducono ad assumere iniziative. Ce ne interesseremo noi e se ne stanno già occupando il presidente della Corte d’Appello e il procuratore generale Luigi Riello”.

Il dato, ricorda il presidente De Carolis, “era rimasto a lungo sommerso. Ora ne abbiamo preso atto e abbiamo avviato una sinergia con gli altri uffici per trovare una soluzione “.

Nel distretto di Napoli, argomenta Legnini, “si concentrano tutte le criticità e le emergenze, ma anche le positività del sistema giudiziario italiano”. Tanto che, rileva il procuratore generale Luigi Riello, “possiamo tranquillamente dire che Napoli è un’emergenza nazionale. Non è una guerra fra poveri, basta guardare i numeri: il carico di lavoro di un pm di Palermo è pari a un terzo di un pm di Napoli “.

Negli uffici del distretto di Corte d’Appello, stando a quel che dichiara Ardituro: “si registrano scoperture del personale amministrativo che vanno dal 20 al 40 per cento, ma è la stessa pianta organica ad essere insufficiente. Una situazione drammatica e allarmante, per giunta in un territorio caratterizzato da una realtà economica, sociale e criminale senza eguali”.

Intanto il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo ha lanciato l’ennesimo allarme: sta per scadere l’accordo con l’azienda umbra dove era stato trasferito l’archivio dell’ufficio: serve uno spazio di 10 mila metri per sistemare le carte.

Ad ogni modo il ministero della Giustizia, Andrea Orlando, ha chiesto all’ispettorato del ministero di svolgere accertamenti per individuare tutte le cause che nel distretto di Napoli hanno generato il problema di decine di migliaia di sentenze ineseguite.