Napoli, imprenditori e professionisti: Quagliariello ha colto nel segno
07 Aprile 2014
di redazione
L’intervista concessa da Gaetano Quagliariello ad Angelo Agrippa, pubblicata ieri sul Corriere del Mezzogiorno, ha colto nel segno. La lucida ed appassionata analisi del Coordinatore Nazionale del Nuovo Centrodestra, il quale ben conosce la realtà campana e napoletana, ha avuto eco in città.
«Condivido in pieno quanto detto da Gaetano Quagliariello», sostiene Achille Coppola, Presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti per la circoscrizione del Tribunale di Napoli, raggiunto telefonicamente dall’Occidentale. «Napoli – ci spiega – è l’avamposto di una società in preda ad una paurosa crisi valoriale. Per non parlare della situazione economica, anch’essa catastrofica. Il pilprocapite in provincia è più basso di quello della Libia»
Per Francesco Caia, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, le parole di Quagliariello fotografano la realtà: «Oggi Napoli si presenta quale laboratorio degli eccessi del nostro meridione. Alla crisi economica si accompagna il fallimento di un modello di società in tutti i settori professionali».
Di situazione veramente complicata parla anche Maurizio Marinella, uno degli imprenditori napoletani più conosciuti nel mondo: «Viviamo ormai da anni, per non dire da decenni, un lento ma costante disagio, un degrado, un abbandono. La nostra è quasi una terra di nessuno, si vive un po’ alla giornata, si assiste alla distruzione di tante attività importanti, i nostri ragazzi sono senza prospettive, manca la fiducia in chi ci governa».
Il Nuovo Centrodestra è dunque chiamato a dare risposte concrete, in una realtà che vede l’area moderata, come ha sottolineato lo stesso Quagliariello, ostaggio della lotta fratricida tra Forza Italia e Forza Campania. «Io non perdo l’ottimismo, perché credo nella mia città, che ha una gran voglia di ripartire», chiosa Marinella. Il quale sottolinea l’importanza della politica. In questo senso, «il nuovo partito di Alfano e Quagliariello deve fornire segnali positivi soprattutto ai giovani, indicare loro una prospettiva, invogliarli alla partecipazione. Stare in mezzo alla gente, uscire dal Palazzo, questo può fare la differenza anche rispetto al passato».
Da iceberg delle negatività, «occorre fare di Napoli un modello virtuoso di sviluppo di tutta la società meridionale», aggiunge Caia, ed il Nuovo Centrodestra deve dare «risposte concrete ai ceti professionali, migliorarne le condizioni di lavoro. In una parola sola, prestare attenzione al mondo delle professioni, ed è ciò che è sempre mancato nel centrodestra campano».
«L’italiano in quanto cittadino dimezzato, nel senso civico del termine –conclude Coppola – ama delegare al dominus, all’uomo forte, la soluzione dei problemi. Siamo ammalati di leaderismo, quindi purtroppo abbiamo avuto, e continuiamo ad avere, partiti legati ad un uomo solo. Penso che il Nuovo Centrodestra debba portare avanti il metodo della coralità, della proposizione di idee, è l’unica strada che può essere vincente. Naturalmente occorrono istituzioni sane, e quindi è necessario impegnarsi in un percorso di modernizzazione delle istituzioni che non può arrestarsi».