Napoli, la Camera si prepara a sfiduciare la Iervolino
03 Febbraio 2009
E’ iniziata ieri e si concluderà tra oggi e domani con un voto la discussione sulle due mozioni, una del Pdl ed un’altra di Idv, per la rimozione del sindaco e per lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli. In realtà si tratta per lo più di un atto politico visto che la Camera non ha un effettivo potere di scioglimento del consiglio comunale, ciononostante sono in molti a guardare con interesse a quello che accadrà in Aula nelle prossime ventiquattro ore.
In particolare, gli occhi sono puntati sul centrosinistra considerato che al momento il Pd non ha ancora deciso come schierarsi. Non è un mistero infatti che molti a largo del Nazareno avrebbero sperato che dopo lo scandalo Global Service a Napoli si tornasse alle urne. Una scelta che secondo quel ragionamento avrebbe dato quel segnale di discontinuità e di rinnovamento necessario in un partito travolto dalla corruzione e che a Napoli è ormai al governo della città da oltre quindici anni. Invece si è deciso di rimanere aggrappati alla poltrona di Palazzo San Giacomo e di limitarsi a un robusto rimpasto della giunta comunale: ecco perché l’ipotesi che una delle due mozioni possa essere votata da una buona parte dei deputati del Pd non è poi così remota. In questo caso sarebbe un segnale chiaro nei confronti della Iervolino da parte del proprio partito (con conseguenze però difficili da prevedere).
In realtà sono in molti a ricordare un precedente: quello del 1993 e sempre riguardante Napoli. Allora il Parlamento emanò un indirizzo politico al ministro dell’Interno Nicola Mancino sullo scioglimento del consiglio comunale e della stessa giunta a causa del grave dissesto finanziario. Un indirizzo in seguito fatto proprio dal responsabile del Viminale ed inviato all’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che decise per lo scioglimento del comune e per le nuove elezioni. Accadrà la stessa cosa? Sono in molti a sperarlo primo fra tutti il presentatore di una delle due mozioni, il deputato napoletano Amedeo Laboccetta.
Per il momento l’incertezza principale è sui numeri anche perché è difficile pensare che il Pd possa convergere su una mozione di sfiducia presentata dal Pdl mentre non si esclude che su quella di Idv, molto simile a quella del Popolo della Libertà, ci possano essere convergenze. Intanto, sul fronte Pdl lo stesso Laboccetta ha spiegato che “si è esaurita una fase storica: la Iervolino deve essere rimossa dal posto che ha occupato per troppo tempo”. Una richiesta di rimozione che per il deputato napoletano è legata al “fallimento politico della Iervolino” e dimostrato attraverso “atti dai quali è possibile cogliere tutta quanta l’incapacità del sindaco anche come Commissario straordinario per l’emergenza traffico e viabilità e per l’emergenza sottosuolo”. E proprio su quest’ultimo punto Laboccetta ha denunciato “un quadro sconvolgente di spreco delle risorse nazionali e comunitarie che erano state messe a disposizione del sindaco commissario dal governo Prodi, oltre 260 milioni di euro, di cui più di 7 solo per il funzionamento del suo staff. Si tratta di uno scandalo più grande di quello degli stipendi d’oro sul quale sarebbe bene che non solo la stampa, come ha già fatto, si soffermasse”.
Come detto però, oltre i numeri del Pdl, la mozione Laboccetta dovrà trovare sostegno negli altri partiti. Certamente non tra le fila di Idv che invece ha presentato una sua mozione di sfiducia. Un gesto che come ha spiegato il deputato dipietrista, Fabio Evangelisti, è legato alla considerazione che l’iniziativa del Pdl è “forzata e strumentale”. Da qui la mozione di Idv che fatta salva la “stima personale” per Rosa Russo Iervolino le rivolge “un severo giudizio politico e amministrativo”. Di certo, il caso Napoli sta mettendo a dura prova la tenuta interna di Italia dei Valori dove giorni fa si è registrata la defezione dei due consiglieri comunali napoletani contrari alla decisione di Di Pietro di uscire dalla maggioranza al Comune. Uno schiaffo molto pesante per l’ex pm che ieri in un esecutivo del partito ha voluto ribadire come “tutti i rappresentanti lasceranno i loro incarichi e chi non lo farà sarà da noi, automaticamente, considerato decaduto dal partito”. Linea dura, quindi, con chi non si allinea alle decisione del vertice. Inoltre ha precisato Di Pietro: “Noi presenteremo ovunque sia possibile mozioni di sfiducia per Bassolino e Iervolino, ma non ci sarà mai nessun accordo con il centrodestra. Lo stesso centrodestra che ha fatto a Napoli sempre accordi sottobanco e che ora presenta mozioni assolutamente ipocrite come quella che è giunta nell’aula della Camera e che l’esecutivo dell’Idv ha oggi esaminato rigo per rigo. Se si vogliono mandar via Bassolino e Iervolino il centrodestra voti le nostre mozioni, a cominciare dalla Camera”.
L’attenzione è rivolta a quello che accadrà tra oggi e domani a Montecitorio. Chissà che come sedici anni fa la lunga crisi politica del Comune di Napoli non sia interrotta da un voto parlamentare e da intervento del presidente della Repubblica.