Napolitano bacchetta Berlusconi e le Camere: “No ai dl omnibus”

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Napolitano bacchetta Berlusconi e le Camere: “No ai dl omnibus”

17 Aprile 2009

Occorre porre un freno ai cosiddetti "decreti-omnibus", i provvedimenti urgenti varati dal governo che, in Parlamento, si ampliano fino a contenere numerose altre norme rispetto a quelle approvate in Consiglio dei ministri e molte maggiori spese. È il richiamo che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quanto si apprende, ha rivolto in una lettera, datata 9 aprile, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ai presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini e al ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Il riferimento del capo dello Stato è, in particolare, al decreto "incentivi", approvato in via definitiva dal Parlamento l’8 aprile scorso, con una doppia fiducia alla Camera e al Senato. Nel provvedimento – che conteneva in origine solo misure per le imprese e in particolare per l’auto – erano state inserite, tra l’altro, anche le norme contenute nel decreto quote latte, lasciato decadere.

Tuttavia, secondo quanto si è potuto apprendere, nella lettera Napolitano sottolinea che quello del decreto incentivi non è l’unico caso di decreti diventati "omnibus" nel corso del loro iter parlamentare.

Durante la giornata il presidente della Repubblica ha partecipato ad un incontro pubblico con Felipe Gonzalez, presidente del Gruppo di riflessione sul futuro dell’Europa, durante la quale ha sottolineato l’importanza di rafforzare "quella volontà politica comune che solo può far crescere e portare avanti, come nei periodi più felice della vita della Comunità e dell’Unione, la grande impresa dell’integrazione e unità europea, una volontà che da qualche tempo si è venuta indebolendo e ha prodotto gravi difficoltà e anche arretramenti".

"La crisi impone drammaticamente uno scatto risolutivo. Esige che in Europa si torni a pensare insieme e in grande, guardando a un futuro più complesso di quanto non sia mai stato per l’Europa il mondo di ieri", ha aggiunto Napolitano. "L’Europa unita – ha spiegato il capo dello Stato – non può restare ostaggio di poteri di veto e di ricatto, non può pagare la crescita del numero dei suoi stati membri con la rinuncia ai suoi progetti più ambiziosi, con la paralisi di sue decisioni fondamentali come quelle del Trattato costituzionale, prima e del Trattato di Lisbona poi".

Di fronte al "disimpegno di taluni governi rispetto alla ratifica di Trattati da essi stessi sottoscritti", Napolitano indica anche la necessità di sviluppare un "prestante ed ineludibile confronto" su alcune proposte per legare la ratifica con lo status di paese membro, in particolare, Napolitano ha citato le proposte elaborate da Mario Monti "volte a garantire l’entrata in vigore dei Trattati se ratificati da Paesi che rappresentano una larga maggioranza della popolazione europea o, comunque, allegare alla ratifica dei Trattati sottoscritti la ulteriore permanenza del singolo stato membro nell’Unione".