Napolitano in visita a Napoli per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia
30 Settembre 2011
Ogni visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è un evento sia per la città che ha l’onore di ospitarlo sia per lui che viene ospitato. Tale processo, di natura osmotica, si carica di un significato e di una emotività maggiore quando il Presidente visita la sua Napoli, la nostra Napoli. Arrivato stamani nel capoluogo partenopeo, Napolitano si fermerà per due giorni con un’agenda fittissima di impegni e di incontri. ”Napoli non poteva mancare nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia visto il ruolo che ha giocato questa città”, ha detto il Presidente nel corso di uno dei primi appuntamenti della sua visita a Napoli.
La trasferta ha avuto inizio intorno alle 10 di questa mattina: Napolitano è arrivato alla Stazione Centrale in treno e si è subito diretto a Piazza Garibaldi, dove ha deposto una corona di fiori davanti alla statua del celebre patriota italiano, appena restaurata nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ad accoglierlo, tra le autorità locali, il sindaco Luigi De Magistris, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e il presidente del Consiglio regionale, Paolo Romano. Ma ad attenderlo anche una manifestazione di protesta per la prescrizione dei reati contestati nell’inchiesta giudiziaria "Cassiopea", relativa ad un traffico di rifiuti tossici dal nord verso la Campania: "Siamo qui per segnalare a Napolitano che la Campania sta morendo – ha detto padre Alex Zanotelli, attivista per i diritti, la pace e la tutela dell’ambiente – c’è un’industria del nord che ha usato la camorra per smaltire rifiuti tossici". Un concetto ribadito anche sugli striscioni esposti dal gruppo di manifestanti davanti a Palazzo Reale, dove Napolitano si è recato subito dopo per visitare la mostra Da sud. La partecipazione del Mezzogiorno al processo di formazione dello Stato unitario e per partecipare al convegno Nazione e libertà nel Mediterraneo del XIX secolo.
Questo pomeriggio, invece, Napolitano sarà ospite della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II per un incontro con i docenti e gli studenti: un appuntamento che è anche una delle risposte più concrete di cui i giovani hanno bisogno per far fronte al sentimento di antipolitica dilagante nel nostro Paese. Del resto, Napolitano è da sempre un grande promotore del confronto, basti pensare ai suoi ripetuti inviti alla dialettica tra le parti, che sa essere pars costruens, cercando di allontanare la demagogia che è pars destruens. La giornata andrà avanti con l’inaugurazione, sempre a Palazzo Reale, della mostra "L’arte all’Opera", e si chiuderà con la partecipazione del Capo dello Stato, alle 20, all’inaugurazione della stagione sinfonica 2011-2012 del Teatro San Carlo.
Anche la giornata di domani si prefigura densa di appuntamenti significativi. Napolitano parteciperà all’inaugurazione del 200esimo anno accademico della Facoltà di Ingegneria e poi – a Palazzo Reale – alla Conferenza internazionale sul tema “La diplomazia della globalizzazione”. Nel pomeriggio, invece, sarà presente, insieme al cardinale Crescenzo Sepe, all’incontro “Cinque anni con il sud”; infine, il suo ultimo (e probabilmente anche più delicato) impegno sarà la visita all’istituto penale minorile di Nisida, in provincia di Napoli, che accoglie una cinquantina di ragazzi per seguirli, educarli e reinserirli poi nella società civile. Ad accompagnarlo ci sarà anche il ministro della Giustizia Nitto Palma.
Una visita particolarmente importante perché si lega a un problema, quello della criminalità minorile, che rappresenta purtroppo una piaga che, al pari di tante altre, attanaglia Napoli; e che per essere risolta ha bisogno di costanti segnali da parte della politica, nel suo universo partitico e interpartitico, che vadano verso la consapevolezza che il problema delle politiche giovanili, dell’inserimento nel mondo del lavoro e della realizzazione di “alternative” alla illegalità costituisce il perno su cui far leva per dar vita a una rinascita della città. Certo, Napoli e i napoletani hanno avuto, negli anni, numerose responsabilità, addebitabili alla cattiva amministrazione fatta del territorio, ma anche frutto della rassegnata accettazione di una realtà che non si aveva più la speranza di poter cambiare. Resta il fatto che eventi come la visita del Capo dello Stato rappresentano un segnale importante, perché così si avvicinano le Istituzioni ai cittadini, in particolare ai più giovani, dimostrando la volontà politica di trovare delle soluzioni ai problemi, senza lasciare che determinate realtà restino isolate e abbandonate a loro stesse.