Napolitano, pulsioni antieuropee una minaccia. Serve politica estera Ue
14 Dicembre 2013
di redazione
Giorgio Napolitano si dice "preoccupato per lo stato del dibattito in Italia" sull’Europa, mentre si avvicinano le elezioni europee. Napolitano amminisce, nel nostro Paese "non si parla quasi per nulla della politica estera" e anche il dibattito sull’Europa non viene affrontato in maniera "razionale", per cui l’idea che si fanno della Ue i cittadini non è «basata su comprensione e sostegno consapevole al processo europeo". Secondo il presidente della Repubblica non si può "opporre l’euroretorica alle pulsioni antieuropee, dando una rappresentazione acritica al processo di costruzione europea". Per "entrare in sintonia con l’elettorato, dobbiamo dare una rappresentazione critica dello stato dell’Europa". Criticità, dunque, ma se demagogia, senza rincorrere la "illusione di autosufficienza", bensì mettendo sul tappeto una "proposizione di politiche" che permettano di ridare un ruolo internazionale al Vecchio Continente. Secondo Napolitano, infatti, non c’è "prospettiva per i nostri Paesi al di là dell’integrazione europea". Per Napolitano è strategico che Bruxelles si doti di una vera politica estera comune, perchè negli ultimi anni "si è discusso sempre e solo di condizioni economiche e finanziarie". "Nonostante i nostri guai e limiti ancora si guarda all’Europa con grande ammirazione per ciò che abbiamo saputo costruire".