Napolitano:  “Rispettare il pluralismo nell’informazione”

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Napolitano: “Rispettare il pluralismo nell’informazione”

16 Ottobre 2009

Il pluralismo nell’informazione "è un valore insostituibile". Così Napolitano ha inteso celebrare la Giornata dell’Informazione che ha riunenito al Quirinale coloro che nel corso degli anni hanno ricevuto i premi giornalistici patrocinati dalla presidenza della Repubblica.

Ospiti speciali Giulio Andreotti e Pietro Ingrao.



È proprio "alla loro lunga e significativa storia politica oltre che giornalistica" che Napolitano si è riferito per sottolineare "la diversità delle voci che debbono trovare spazio, in democrazia, nel grande mondo di una stampa libera, come lo hanno in effetti trovato nel nostro Paese nel corso dei decenni". Le storie parallele di Andreotti e Ingrao sono "un esempio da cui trae forza l’invito a rispettare nella carta stampata e nella radio-televisione, specialmente quella pubblica, l’insostituibile valore del pluralismo".


Proseguendo nel suo intervento, Napolitano ha anche ribadito che "è nella qualità dell’impegno e del lavoro di ogni giornalista, nella professionalità, nel rigore, nell’equilibrio, nel tranquillo coraggio di chi si dedica a questo impegno, a questo quotidiano lavoro, il maggior prestigio della libertà e del ruolo della stampa e dell’informazione". Quella che si conclude oggi, però, è stata una settimana "incredibilmente densa" e quindi "anche per senso della misura", Napolitano ha preferito non affrontare "temi generali di carattere politico-istituzionale". Eppure, il presidente ha voluto ribadire la sua speranza per "un confronto obiettivo e aperto" sui temi della libertà di stampa e di informazione e sull’evoluzione del mestiere di giornalista.

"Le istituzioni dovrebbero essere tenute fuori dalla mischia politica", questo l’auspicio di Napolitano.

Il Capo dello Stato ha anche aggiunto una ‘telegrafica postilla’ al suo discorso: "Per quel che riguarda l’articolo 278 del Codice penale, che interessa il reato di vilipendio contro il presidente della Repubblica, non toccato peraltro dalla riforma dei reati d’opinione di pochi anni fa, chiunque abbia titolo per esercitare iniziativa legislativa, può liberamente proporne l’abrogazione. Giudichino poi i cittadini – ha concluso Napolitano – che cosa è libertà di critica e che cosa non lo è, nei confronti di istituzioni che dovrebbero essere tenute fuori dalla mischia politica e mediatica".