Napolitano salva l’Italia (non il Pd)

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Napolitano salva l’Italia (non il Pd)

20 Aprile 2013

IL SECONDO MANDATO. Napolitano 738 voti, Rodotà 217, Altri 19, Bianche 10, Nulle 12. Giorgio Napolitano fa il bis. Alle sei del pomeriggio viene rieletto Presidente della Repubblica. I grillini restano seduti raggiunto il quorum, insulti per la maleducazione dei 5 Stelle. E’ la prima volta che un presidente uscente conquista un secondo settennato. Due ore dopo accetta dalle mani del Presidente della Camera il verbale con i numeri della elezione. Napolitano ringrazia i delegati e gli italiani per la "fiducia espressa liberamente" e annuncia che lunedì prossimo a camere riunite "avrò modo di dire quali sono i termini per cui ho accolto l’invito rivolto dalle forze politiche". Parla di "limpidezza" delle scelte e chiede ai parlamentari di "onorare i loro doveri". Come garanzia, vuole una "assunzione di responsabilità" delle forze politiche, seguito da un esecutivo con numeri certi.

DAL PRESIDENTE ALLA CONVENZIONE. L’orientamento sarebbe quello di proseguire nella direzione della legittimazione reciproca e della "solidarietà democratica" (La Torre, Pd)  già individuata con il lavoro dei saggi. Non avendo più interlocutori di sorta nello sfascio democrats, il Cav. ha capito che Napolitano può farsi garante del Pd e permettere una mediazione che porti alla formazione del Governo dopo il pareggio elettorale. E’ Berlusconi, insieme a Grillo, il vero vincitore di questa partita per il Quirinale. 

"RO-DO-TA!".Le forze politiche, in particolare il Pd, non sono riusciti a dare il via, da sole, ad una fase nuova. Il ministro Barca ha preso posizione prima della sesta votazione facendo endorsement per Rodotà. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, twitta "votate Rodotà". Grillini e Vendola ci proveranno fino all’ultimo. La sinistra grillina vuol dare battaglia e forse si prepara la scissione dentro i Democrats. Vendola ha detto "Berlusconi vincitore assoluto di questa elezione". Roberta Lombardi: "Con Napolitano e Amato i partiti in Italia hanno segnato il loro de profundis". Grillo dopo aver annunciato una megamanifestazione di protesta contro il Palazzo a Roma, ha rinunciato forse intimorito dalle tensioni tra i manifestanti riuniti sotto il Parlamento.

PRESIDENZIALISMO. L’elezione di Giorgio Napolitano al Quirinale dimostra se mai ce ne fosse ancora bisogno la crisi dei partiti italiani, e in particolare del Pd che della vecchia forma-partito ha continuato a rispettare fino all’ultimo le regole e il funzionamento. L’organismo ormai sembra essersi sfasciato: nel momento in cui si è affidato al voto segreto il Pd sembra aver perso qualsiasi responsabilità, com’è accaduto ieri ai Democrats sulla candidatura Prodi. Se la disciplina interna è saltata, se l’autonomia dei singoli parlamentari e le linee guida dettate dai gruppi dirigenti vengono sbaragliati da un’ondata di tweet, è venuto forse il momento di far esprimere direttamente il popolo, che sia lasciata agli elettori la scelta del Presidente della Repubblica.