Nasce il Pdl al servizio degli italiani, per aiutare i cittadini nella quotidianità
19 Aprile 2011
Sabato scorso, a Roma, il comizio di Silvio Berlusconi che ha conquistato le prime pagine dei giornali nazionali, per i contenuti di un intervento per certi versi dirompente, è stato l’occasione per presentare un’iniziativa importante, che potrebbe rappresentare davvero il futuro della politica in Italia e, soprattutto, nel Pdl. Se il problema della politica è principalmente quello di essere percepita distante dalla gente, il ministro del Turismo Brambilla, responsabile dell’area movimentista del partito, vara i patronati “Pdl – al servizio degli italiani”. Non un patronato nel senso tradizionale del termine, neppure una sezione di partito, ma un modo per essere tra la gente e al servizio della gente.
In sostanza, le sedi di questa nuova realtà, sparse su tutto il territorio nazionale (a Roma ne sono state presentate 1068, ma sono in costante crescita), saranno un front office del partito sul territorio, in grado non solo di creare quella “cinghia di trasmissione” che negli anni Settanta era affidata alle sezioni, ma soprattutto di offrire ai cittadini un bouquet di servizi vastissimo e qualificato, grazie ad importanti partnership a livello nazionale.
Si va dall’assistenza fiscale (CAF), al collocamento dei lavoratori, all’assistenza alle famiglie, ai disabili, alla consulenza consumeristica, ai nuovissimi servizi di mediazione obbligatoria, fino ad arrivare ad importanti consulenze strutturate alle imprese che versino in crisi di liquidità o necessitino di particolari competenze in fase di ristrutturazione aziendale. Insomma, non si tratta di un partito in cui “si fanno chiacchiere”, ma di un partito fatto di gente che si mette in discussione ed offre ai cittadini le proprie competenze e conoscenze per risolvere i problemi concreti della vita di tutti i giorni.
Berlusconi ha dichiarato che questa, per il Pdl, sarà la palestra della classe dirigente del futuro. Ha stigmatizzato il comportamento dell’attuale classe dirigente del partito, che sgomita per mantenere i posti conquistati e si oppone a qualsiasi tentativo di ricambio. In molti hanno interpretato le parole del presidente come un neanche troppo velato riferimento al correntismo che, con i suoi equilibri di potere, ingessa la struttura portante del partito, che invece dovrebbe essere ariosa e competitiva, ispirata dal contatto con la base.
Si tratta di una bella iniziativa, soprattutto perché innovativa, purché non sia lasciata sola dalla struttura del partito vero e proprio. Se il Pdl, in futuro, dovesse riuscire davvero a confrontarsi con la rete “al servizio degli italiani”, allora entrambi i soggetti ne trarrebbero enorme giovamento e la politica di centrodestra ritroverebbe lo slancio e la linfa vitale che, ultimamente, a dire il vero, si sono un po’ appannati. Il Pdl nasce come partito del popolo e con il popolo, quindi, si deve quotidianamente confrontare. Offrire servizi concreti è un bel modo di far avvicinare la gente alla politica. Ma poi è la politica, alta e nobile, che deve dare risposte ed aprirsi al confronto. Altrimenti c’è il rischio, ancora peggiore, che la gente si allontani ancora più delusa.