Natuzzi, pioggia di licenziamenti. Cassa integrazione è stata inutile
01 Luglio 2013
di redazione
Anche Natuzzi, uno dei marchi di punta dell’arredamento italiano, passa ai licenziamenti, 1.726 lavoratori in meno e 2 stabilimenti a Ginosa in provincia di Taranto e a Matera saranno chiusi. Natuzzi, eccellenza del Meridione, con sedi il altri Paesi compresi gli Usa, deve fronteggiare la crisi e così i lavoratori in cassa integrazione alla fine non torneranno al proprio posto. Per "salvaguardare", dice l’azienda, gli oltre 2.700 altri lavoratori del gruppo. ”Gli attuali organici in Italia non sono piu’ sostenibili e tecnicamente non possono piu’ essere gestiti attraverso la Cassa Integrazione Straordinaria, che ha gia’ coinvolto circa 1.450 collaboratori nel 2012, dei quali 674 a zero ore”. Subito il commento del segretario nazionale della Filca-Cisl: "Il Piano industriale annunciato dal Gruppo Natuzzi, con il ‘sacrificio’ di ben 1.726 unità, delle quali 1.580 nella produzione e 146 negli uffici, è semplicemente vergognoso". Anche gli altri sindacati chiedono un tavolo straordinario con il Governo. La crisi morte, Natuzzi è un marchio che deve preservare la sua esistenza, l’unica cosa che non torna, ancora una volta, è la funzione della cassa integrazione in Italia. Dovrebbe sostenere i lavoratori mentre le aziende ristrutturano per poi ridargli le loro funzioni. Ma molto spesso dopo la cassa integrazione c’è il licenziamento.