Ncd, difesa della vita. Lettera appello dei candidati a Parlamento europeo
14 Maggio 2014
di redazione
"La grande casa dei popolari e dei moderati europei, per essere costruita sulla roccia, deve fondarsi su valori e princìpi che diano all’Europa quell’anima di cui già De Gasperi lamentava la mancanza. Per questo, ancora prima dell’apparentamento per le europee, con Angelino Alfano e Lorenzo Cesa, firmammo un appello sulla centralità della vita umana e della persona fin dal suo concepimento, che oggi consegniamo alla sottoscrizione di tutti i nostri candidati e che interroga cattolici e laici, senza nessun carattere confessionale".
Con queste parole, Gaetano Quagliariello, Coordinatore nazionale del Nuovo Centrodestra, ha aperto la conferenza stampa di presentazione della lettera appello messa a punto da un gruppo di candidati al Parlamento europeo, che riprende e rilancia il manifesto “Uno di noi”, la straordinaria mobilitazione dei 2milioni di cittadini comunitari in difesa della vita. Nel manifesto si legge che "la politica deve riaffermare la volontà di consolidare il principio del favor vitae, difendere la cultura della vita dalle crescenti provocazioni ideologiche, dal comportamento di chi non riconosce nell’embrione una nuova vita da accogliere, ma al contrario pretende di trattarlo come un oggetto da laboratorio o come materiale biologico privo di significato".
"L’embrione – ha sottolineato la parlamentare di NCD Eugenia Roccella – è stato riconosciuto come non brevettabile e quindi non assimilabile ad una cosa. E se non è una cosa, è una persona. Di fronte alle biotecnologie, alle manipolazioni genetiche, alla commercializzazione degli embrioni con tanto di import-export, è legittimo e doveroso pretendere che il legislatore europeo discuta e decida". Un invito affinché l’Europa lasci aperta la strada ad un dibattito democraticamente approfondito sull’iniziativa dei cittadini europei, è venuto anche da Carlo Casini, il quale ha ricordato che la petizione popolare è già stata presentata alla Commissione e al Parlamento Europeo il 9 e 10 aprile scorsi, e spetta ora alla Commissione decidere sul seguito che deve essere ad essa dato. Ma fermare il dibattito, ha concluso il presidente del Movimento per la Vita, "sarebbe un atto di arrogante rifiuto, un atto antidemocratico".