‘Ndrangheta. 20 ordinanze di custodia cautelare nell’operazione “Ghibli”

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‘Ndrangheta. 20 ordinanze di custodia cautelare nell’operazione “Ghibli”

21 Aprile 2009

"Ghibli". Questo il nome dell’operazione condotta questa mattina dai carabinieri del Ros contro alcune cosche della ‘ndrangheta del Crotonese. 20 le ordinanze di custodia cautelare emesse per associazione mafiosa, omicidio, porto abusivo di armi, estorsioni, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante del metodo mafioso, mentre altre 16 persone sono indagate in stato di libertà.

I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa avviata dal Ros nel 2004 sulla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, all’epoca coinvolta con i Dragone di Cutro in una violenta contrapposizione con i Nicoscia e i Grande Aracri. Le indagini hanno accertato in particolare che dopo l’agguato in cui rimase ucciso il boss Carmine Arena e ferito il nipote Giuseppe il 2 ottobre 2004 con l’impiego di un lancia granate, quest’ultimo prese la direzione della cosca, ricostruendo le alleanze dei sue schieramenti con altri gruppi del crotonese e della presila catanzarese.

La nuova geografia criminale vede dunque l’accordo delle famiglie Dragone-Arena-Trapasso-Mannolo (le ultime due attive nella zona San Leonardo e Cutro) e i Megna di Papanice, mentre dall’altro lato si definiva il gruppo con Grande Aracri-Nicoscia-Capicchiano di Isola Capo Rizzuto e i papaniciari comandati dal boss Pantaleone Russelli.

La contrapposizione si è poi estesa anche alla presila catanzarese, dove sono entrati in conflitto il clan Carpino, legato agli Arena, e le cosche Pane e Bubbo collegate a Grande Aracri. In questo ambito è maturato l’omicidio di Pasquale Nicoscia, ucciso l’11 dicembre 2004 a Isola Capo Rizzuto come risposta all’assassino di Carmine Arena. Nel provvedimento restrittivo sono stati individuati i responsabili di questo omicidio.