‘Ndrangheta. Estorsioni a imprese per 15 anni, arresti

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

‘Ndrangheta. Estorsioni a imprese per 15 anni, arresti

03 Maggio 2010

È in corso un’operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria per l’esecuzione a Giffone, un centro dell’interno, di nove ordinanze di custodia cautelare contro altrettante persone, tra cui una donna, accusate di avere attuato una serie di estorsioni e danneggiamenti con l’aggravante delle modalità mafiose. Gli arresti vengono fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse su richiesta della Dda di Reggio Calabria.

Dalle indagini svolte dai Carabinieri è emersa l’esistenza a Giffone di un’organizzazione criminale che per 15 anni, dal 1994 agli inizi del 2009, avrebbe sottoposto ad estorsione i titolari di numerose imprese che si erano aggiudicati appalti per l’esecuzione di lavori pubblici. Tra le aziende prese di mira dell’organizzazione di estorsori anche quelle incaricate di realizzare la rete per la distribuzione del metano e quella titolare dell’appalto per la costruzione della scuola media e del campo sportivo, costrette a versare ingenti somme di denaro per proseguire i lavori. Ai danni dei titolari delle imprese, al fine di rendere più "convincenti" le richieste estorsive, sono stati commessi numerosi danneggiamenti. Gli elementi di prova raccolti hanno consentito di attribuire, ad ognuno degli indagati, precise responsabilità in ordine ai reati contestati.

Nel comprensorio di Giffone era diventata una consuetudine per le imprese impegnate nell’esecuzione di lavori pubblici cedere una parte dei loro profitti alla criminalità organizzata. È quanto hanno riferito i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria in relazione all’operazione denominata Larosa, dal nome del gruppo criminale che gestiva gli affari illeciti nel centro del Reggino, per l’esecuzione di nove ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse su richiesta della Dda. Le imprese che subivano estorsioni erano, in particolare, quelle impegnate in lavori di urbanistica ed edilizia pubblica.

Dal 1994 al 2009, stando a quanto è emerso dalle indagini, le estorsioni e i taglieggiamenti si sono ripetuti senza soluzione di continuità con le medesime modalità, matrici e richieste. Per convincere gli imprenditori a pagare sono stati compiuti ripetuti danneggiamenti ai danni di mezzi di cantiere, attrezzature e materiali. "Gli imprenditori sono stati stretti per anni in una morsa – ha riferito il Comando provinciale dei carabinieri – che li ha indotti a ritenere che il male minore fosse quello di sottostare alle pretese economiche che venivano loro rivolte con modalità che hanno indotto l’autorità giudiziaria a contestare agli indagati l’aggravante del metodo mafioso. Le prove sono state raccolte grazie ad una serie di complessi accertamenti, tra cui intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti, servizi di osservazione a distanza e vari riscontri necessari per definire il quadro probatorio che ha fatto luce sul preoccupante fenomeno estorsivo".