‘Ndrangheta: il killer, ancora vivo, dato in pasto ai maiali
26 Novembre 2013
di redazione
I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nell’ambito di un’operazione contro la ‘ndrangheta ad Oppido Mamertina hanno arrestato questa mattina 20 persone. Gli arrestati sono, a vario titolo, accusati di associazione di tipo mafioso, omicidi, intestazioni fittizie di beni e investimenti di denaro di provenienza illecita nel mercato immobiliare della capitale. E nell’ambito di questa operazione sono scaturiti particolari da brivido, come l’omicidio di Francesco Raccosta, uno dei ragazzotti che facevano capo alla “famiglia” Ferraro-Raccosta, guidata da Giuseppe Ferraro. Sarebbe stato lui a uccidere il boss Domenico Bonarrigo che insieme ai Mazzagatti e Polimeni, da anni sono in guerra con i Ferraro-Raccosta in una faida paesana che ha origini nel 1950. Una guerra con decine di morti ammazzati che non ha risparmiato donne e neanche bambini. Raccosta è stato dato in pasto ai maiali quando era ancora vivo, si evince dalle intercettazioni telefoniche di Simone Pepe: “È stata una soddisfazione sentirlo strillare. Mamma mia come strillava. Io non ho visto un cazzo… loro dicono che rimane qualcosa… io alla fine non ho visto niente… per me non è rimasto niente…. Ho detto no, come mangia sto maiale!”. Questa la fine di raccosta dunque: prima lo hanno massacrato a sprangate poi lo hanno buttato nella porcilaia dove gli animali hanno finito l’opera. I fermi sono scattati perché “esisteva il pericolo reale di fuga”. Il clan sapeva delle indagini. Dalle intercettazioni si capisce infatti che “avevano consapevolezza dell’esistenza di un’attività di indagine a loro carico” e che “avevano la possibilità di procurarsi continue informazioni sull’eventuale emissione di provvedimenti restrittivi”.