‘Ndrangheta. “Imprenditori omertosi perché manca lo Stato”
27 Maggio 2010
di redazione
"Gli imprenditori saranno ancora più omertosi in futuro perché, anche se denunci, nessuno ti protegge". È la denuncia formulata da Maurizio Luraghi, imprenditore edile imputato per associazione mafiosa nel processo milanese a carico delle cosiddette "nuove leve" del clan dell’ndrangheta Barbaro-Papalia, attivo nel settore del movimento terra e nell’edilizia nei comuni a sud del capoluogo lombardo.
Nelle scorse udienze il pm Alessandra Dolci ha chiesto condanne fino a 15 anni a carico dei sei imputati, tra cui Domenico Barbaro e i due figli Salvatore e Rosario. Oggi, davanti ai giudici della settima sezione penale, l’imprenditore milanese Luraghi, che è accusato di aver messo a disposizione la sua impresa per gli interessi della ‘ndrangheta, ha rilasciato dichiarazioni spontanee.
"Io sono qua imputato – ha dichiarato – solo perché mi hanno messo una cimice in macchina. Se l’avessero fatto con altri imprenditori sarebbe successo lo stesso". "È lo Stato – ha continuato – che deve sapere come questa gente possa avere partite iva, aziende, garanzie e mutui. Troppo facile per loro farci la concorrenza".