‘Ndrangheta, la lettera dell’imprenditore sui “principi” mafiosi
10 Gennaio 2014
di redazione
L’imprenditore Pasquale Capano è stato arrestato a Roma con l’accusa di essere vicino al clan della Ndrangheta dei Muto. A fare scalpore è una lettera sequestrata all’imprenditore in cui si legge che la affiliazione alle mafie non è solo business ma una scelta di vita: "Essere ‘ndranghetisti è una scelta non più revocabile e che crea un vincolo di sangue tra gli associati ineludibile, chiamati sempre ad un mutuo soccorso, anche e soprattutto in ipotesi di (prevedibili) ‘infortuni giudiziari", si legge nella missiva. Capano rievoca tutto il percorso della sua affiliazione, di aver compreso la differenza tra il "concetto di amicizia e fratellanza" e che proprio sul principio di fratellanza si basa la iniziazione, "nella ‘sacra famiglia e onorata società’, radicato nella storia antica della nostra terra d’origine (Calabria)". E ancora: "Il tempo infatti ha dato ragione agli uomini d’onore di una volta, che consideravano l’onorata società pari alla sacra famiglia, di conseguenza non come opportunità affaristica ma come scelta di vita che imponeva ‘regole’ basate sul ‘principio dell’onorabilità e della fratellanza”.