‘Ndranghetopoli: le mani delle mafie sul CARA in Calabria
15 Maggio 2017
Nuove ombre sulle organizzazioni che gestiscono l’accoglienza dei migranti. Questa volta il caso è scoppiato in Calabria. Ci sarebbe un giro di affari della ‘Ndrangheta attorno alla gestione del Centro accoglienza richiedenti asilo (CARA) “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone.
Questa mattina ben 68 persone sono state fermate dagli uomini delle forze dell’ordine nell’ambito dell’operazione “Johnny” guidata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Le prime ricostruzioni lasciano poco spazio ad equivoci: il clan Arena, grazie a presunte collusioni con l’Ente che gestisce il Centro di Isola, sarebbe riuscito ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza, tramite imprese appositamente costituite dal clan e da altre famiglie magiose.
Obiettivo? Spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. Se le indagini confermeranno questa pista, prenderebbero quota le dichiarazioni rilasciate nell’aprile scorso dal pm di Catania, Carmelo Zuccaro, secondo cui potrebbero esserci anche le organizzazioni mafiose dietro al traffico di migranti in quanto “la mafia interviene dove ci sono grandi flussi finanziari, come quelli che si muovono intorno ai centri di accoglienza”. Il caso di Isola Capo Rizzuto rientra nella fattispecie? E arrivare ad immaginare contatti tra organizzazioni mafiose e scafisti libici, a questo punto, rischia di non essere più un esercizio di fantasia.