Né la giustizia né il gossip possono scalfire la popolarità del Cav.
08 Luglio 2008
La luna di miele tra Berlusconi e gli italiani non è finita. E lo scontro con la magistratura sta rafforzando il Cavaliere invece di indebolirlo.
Prima Luca Ricolfi sulla Stampa e poi Ilvo Diamanti commentando un sondaggio della Demos su Repubblica, hanno parlato in questi giorni di un calo di consensi nei confronti del premier, in primo luogo a causa dei provvedimenti annunciati, e in parte avviati, sulla giustizia (blocco dei processi per un anno, immunità per le alte cariche dello Stato e freno all’utilizzo delle intercettazioni). La tesi di fondo di Ricolfi e Diamanti è la stessa: gli elettori cominciano a sentirsi traditi, credono che il governo stia spostando l’attenzione dai problemi reali del Paese a favore delle solite leggi ad personam.
Gli argomenti dei due commentatori sembrano dettati più dalla speranza che l’Esecutivo cominci a scricchiolare che dalla effettiva analisi della realtà. Viene tralasciato, infatti, un punto essenziale: gli italiani conoscono bene cosa pensava ieri, e pensa tutt’oggi, il Cavaliere a proposito della magistratura. E se ad aprile lo hanno votato in massa vuol dire – e questo può far piacere oppure no – che condividono la sua battaglia contro i giudici “politicizzati”. Una battaglia che dura da quando Berlusconi è entrato in politica e che quindi non rappresenta certo una novità o addirittura una sorpresa tale da spiazzare gli elettori. Il premier, anche su questo fronte, si dimostra coerente con il suo programma.
A tale proposito guardate cosa ci scrive un lettore della nostra rubrica commentando l’articolo del 17 giugno scorso: "Il grande Silvio ha ragione da vendere, l’Anm è una casta di giudici sinistroidi contro la libertà del cittadino". E prosegue: "Vai avanti così Presidente, gli elettori ti hanno votato per smantellare la casta giudiziaria".
Questa non è certo una voce fuori dal coro. Secondo l’ultimo sondaggio di Euromedia research, soltanto il 18% degli intervistati si schiera con le toghe (appena il 6% degli elettori del centrodestra). Non solo. La rilevazione conferma che Berlusconi può contare su un gradimento personale del 61,5%, così come sei italiani su dieci hanno piena fiducia nel governo.
Tale scenario si discosta da quello presentato dalla Demos e che vede la fiducia nel premier in calo intorno al 40% (comunque sempre al di sopra del gradimento per la magistratura). Entrambi le rilevazioni, però, sono concordi nel registrare le forti difficoltà del leader del Pd, Walter Veltroni. Come dire: il Paese crede in Silvio anche perché manca un alternativa valida capace di individuare soluzioni credibili e condivise sui tanti problemi che lo affliggono.
Un altro sondaggio, appena sfornato, è quello dell’istituto Crespi. Secondo la rilevazione, effettuata giovedì 3 e venerdì 4 luglio Berlusconi può contare su una fiducia stabile al 60%. Maroni e Tremonti sono i ministri più graditi. E all’ultimo posto? La bella Mara Carfagna, che paga a caro prezzo tutte le voci che circolano sul suo conto. Al contrario del premier che – a giudicare come le italiane e gli italiani adorino i tombeur de femmes – proprio da quelle voci potrebbe addirittura trarre giovamento…