Negli Usa i media combattono chi combatte il terrorismo
29 Ottobre 2007
Il marine Michael Murphy è stato recentemente decorato da President Bush con la medaglia d’onore, l’onorificenza più importante ai caduti in guerra. Murphy fu ucciso dai talebani in un agguato in Afghanistan nel 2005. I dettagli della sua morte, (si è sacrificato per salvare i compagni della sua unità) sono ben raccontati nel best seller Lone Surviver, uno dei pochi libri che riesce a raccontare il senso del sacrifico e il coraggio dei marine che combattono contro i talebani e al Qaeda.
Per President Bush, il tenente Murphy è il classico american hero. Per l’establishment mediatico statunitense invece, era una sorta di mercenario che non merita nessuna riconoscenza. Solo Fox News ha dato ampio spazio alla cerimonia e alla figura di Murphy. Altri network come Cnn, Mcnbc e Nbc, hanno preferito passare. Il New York Times ha dedicato a Murphy un trafiletto nella prima pagina della metro section. Notate bene: Murphy è cresciuto a
Il trattamento mediatico intorno alla figura di Murphy merita qualche considerazione. E’ la prova di esista un establishment mediatico che combatte una guerra ideologica contro chi combatte il terrorismo. La tattica più subdola ma anche la più efficace è quella di mettere le presunte stragi di innocenti come Haditha in Iraq in prima pagina, e svilire se non ignorare episodi di eroismo dei marine che potrebbero essere in grado di sensibilizzare il patriottismo degli americani e diminuire lo scetticismo dell’opinione pubblica nei confronti della guerra al terrorismo.
Secondo Bill O’Reilly, l’anchorman di punta del Network FoxNews, “la guerra mediatica e ideologica contro chi combatte la guerra al terrorismo è talmente esasperata, che i network di tendenza liberal vicini alla sinistra americana scelgono le notizie non in base all’importanza e al significato, ma soltanto se possono contribuire all’agenda politica del partito di riferimento, in questo caso i Democrat. Anche sapendo come la cerimonia di un american hero avrebbe catturato l’attenzione e aumentato l’audience, Cnn e company hanno preferito ignorarla pur di non promuovere un outlook positivo nei confronti della politica estera di Bush. Quei network cercano solo storie negative che mettano in cattiva luce l’istituzione dell’esercito e di conseguenza anche la Casa Bianca. Non si può più dire di sostenere a parole le truppe americane ma nello stesso tempo ignorare gli atti di eroismo e svilire il senso del rischio e del sacrifico dei marine”.
Le affermazioni di O’Reilly sono sostenute dai fatti. Nonostante la presenza esasperata di storie e riferimenti a Guantanamo, Haditha e Abu Ghraib, in prima pagina sul NYT e in prime time su Cnn, Nbc, e Cbs, i numeri parlano chiaro: non solo i rating dei network con tendenze liberal continuano a perdere audience, ma i rivali conservatori stravincono sia in TV che in Radio. Nelle prime due settimane di ottobre, FoxNews ha raccolto il doppio dell’audience di Cnn e il triplo di quella di Mcnbc. Questi network sono talmente politicizzati che non lasciano neppure il beneficio del dubbio alla validità e alla necessità di combattere il terrorismo.
Tenendo presente che più le storie in chiave anti americana aumentano e più lo share dei media diminuisce, Hillary Clinton, Barak Obama e John Edwards dovrebbero essere più cauti nel giudicare la politica estera americana come colpevole e i terroristi come le vittime. Più la paranoia e il politically correct aumentano, più le chance di essere eletti potrebbero diminuire. Usando lo stesso parametro dei mezzi di comunicazione, anche i candidati della sinistra americana dimostrano di soffrire della stessa incapacità dei mass media di comunicare e capire il senso reale del mondo e dell’importanza della sfida del secolo rappresentata dalla guerra al terrorismo.