
Nei programmi dei partiti più coraggio contro l’economia criminale

17 Agosto 2022
Nei programmi dei partiti impegnati in campagna elettorale sembra esserci poco spazio alle proposte per aggredire l’economia criminale. Eppure intaccare il fatturato di “Mafia Spa” servirebbe a recuperare risorse utili per l’economia sana. Per esempio a finanziare i provvedimenti di natura sociale in un momento così delicato della nostra vita democratica, tra guerre e ripresa post-pandemica.
Secondo il Viminale, negli ultimi 12 mesi sono stati sequestrati 2,4 miliardi di euro alla criminalità organizzata. Per i Carabinieri dal 2011 i sequestri hanno raggiunto un valore di oltre 11 miliardi di euro. Se da sequestri e confische passiamo però a calcolare il giro d’affari complessivo del crimine organizzato fare una stima diventa più difficile.
Gli utili del crimine predatorio
In un paper della Banca d’Italia il fatturato dell’economia criminale veniva stimato intorno al 10 per cento del Pil. Nel rapporto che SOS Impresa pubblica da un decennio si parla di oltre cento miliardi di euro, numeri impressionanti che però sono stati fortemente ridimensionati da studi più recenti.
In ogni caso il patrimonio criminale durante il Covid è cresciuto, su questo più fonti concordano. Durante la pandemia interi settori della nostra economia sono finiti in ginocchio. Questo ha facilitato la vita agli usurai che puntano alle PMI più deboli e sugli imprenditori finiti nella Centrale di Rischi di Bankitalia.
Impossibilitate ad avere nuovi prestiti, le aziende che rischiano di fallire finiscono più facilmente nelle grinfie degli usurai. Parliamo di 146mila piccole e medie imprese per mezzo milione di occupati secondo gli ultimi dati disponibili. Mentre crescono gli allarmi sulla capacità mafiosa di inquinare il Pnrr.
Quella zona grigia a disposizione delle mafie
Il generale dei Carabinieri Ferla ha indicato negli affidamenti sotto soglia e nelle assegnazioni dirette il miele che attira il crimine organizzato. La mafia infiltra anche le grandi aziende private. Un caso recente è quello della tedesca DB Schenker, 37 sedi in Italia per 1.400 dipendenti. Il Tribunale di Milano l’ha messa in amministrazione controllata per presunte infiltrazioni ‘ndranghetiste.
Alla ‘zona grigia’, quella pericolosa area di collusione tra professionisti e crimine organizzato, è dedicato invece il volume del professor Catino “Le organizzazioni mafiose. La mano invisibile della impresa criminale” edito da Il Mulino.
Catino racconta tra le altre la vicenda di questo consulente finanziario condannato a quasi 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Il consulente si era messo “a completa disposizione” di una cosca calabrese. Quando il padre in una telefonata gli dice di fare attenzione, il consulente risponde “Oh, ragazzuoli, ma funziona così eh!”.
Il problema della mafia è riciclare
Secondo il Centro Studi Pio La Torre, in alcune regioni del Sud l’economia criminale sottrae a quella legale almeno il 15, 20 per cento delle risorse. In Puglia, l’operazione Veritas dei Carabinieri ha stanato una rete di circa cento falsi percettori del reddito di cittadinanza che avevano intascato quasi un milione di euro.
Le mafie spadroneggiano nel mercato nero del lavoro, tra il caporalato nelle campagne e sfruttamento del nero in settori di punta del Made in Italy. Il crimine organizzato oggi non ha il problema di fare soldi bensì di riciclarli comprandosi tutto il comprabile in Italia e all’estero.
Il procuratore Gratteri ha descritto minuziosamente il giro criminale che porta dallo spaccio di cocaina all’acquisto di locali, bar e pizzerie. Il riciclaggio di denaro sporco in Nord Italia, sia a livello imprenditoriale che finanziario. Le mafie stravolgono le regole del mercato e condizionano pesantemente l’economia legale.
“Follow the money”
Rafforzare il più possibile gli organici delle forze dell’ordine e della magistratura e finanziare il lavoro di contrasto al crimine organizzato è la cosa che bisogna continuare a fare. Forse però si dovrebbe investire di più nella innovazione tecnologica e in nuove competenze digitali.
Il metodo del giudice Falcone, ‘follow the money’, seguire le tracce dei movimenti di denaro per colpire gli interessi mafiosi può uscire rafforzato dagli investimenti tecnologici. Cassa Depositi e Prestiti si avvale della Data Intelligence per monitorare le imprese con cui lavora.
Più coraggio nei programmi dei partiti
Dai controlli incrociati, dalle variazioni societarie, dal numero di transazioni eseguite e dal livello di crescita imprenditoriale si possono elaborare dati utili per proteggersi dalla criminalità predatoria. Anche la tracciabilità delle transazioni economico-finanziarie tra aziende private e PA può essere un modo per contrastare il crimine organizzato.
Di fronte a uno scenario così complesso, stupisce che nei programmi dei partiti vi sia così poco spazio al tema della economia criminale. Al di là delle stime sul fatturato del ‘black market’, ci si aspetterebbe di leggere proposte chiare della politica per recuperare alla legalità la parte più grande possibile di questa ricchezza criminale.