Nel 2016 debito pubblico aumentato di 45 miliardi. Ecco l’eredità di Renzi

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Nel 2016 debito pubblico aumentato di 45 miliardi. Ecco l’eredità di Renzi

Nel 2016 debito pubblico aumentato di 45 miliardi. Ecco l’eredità di Renzi

15 Febbraio 2017

Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, nel 2016 il buco dello Stato italiano è aumentato di altri 45 miliardi di euro, passando dai 2.172,7 miliardi del 2015 agli attuali 2.217,7. Una crescita mostruosa se si pensa che ora il debito pubblico vale 132,3% del prodotto interno lordo. Tutto questo nonostante si registra un aumento delle entrate nelle casse dell’erario pari a 5,147 miliardi in più rispetto a quelle incassate nel 2015.

E, numeri alla mano, c’è da dire che poteva andare addirittura peggio. Il dato attuale è, infatti, 38,2 miliardi inferiore rispetto al picco massimo registrato nel mese di luglio e 13,2 miliardi più basso rispetto ai 2.230 miliardi di debito registrati alla fine di novembre.

“L’aumento del debito nel 2016 – ha spiegato la Banca d’Italia – ha riflesso il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (42,5 miliardi) e l’incremento di 7,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (collocatesi a fine anno a 43,1 miliardi)”. In effetti, con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 48,6 miliardi, a 2.128,4, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,6 miliardi, a 89,1.

Il dato arriva proprio nel giorno in cui l’Ocse ha presentato il rapporto dove sostiene, in riferimento all’economia italiana, che “con un ritorno dei tassi di interesse reali ai livelli pre-crisi, intorno al 4,4%, l’Italia rischia di vedere il suo debito crescere fino al 140% del Pil”. Un monito non da poco se si pensa che, sempre secondo gli analisti Ocse, per stabilizzare il debito al livello odierno l’avanzo primario dovrebbe aumentare al 2% del Pil mentre la crescita del Pil reale dovrebbe salire a quasi il 1,4%. Quindi, l’aumento del Pil del 0,9% annunciato ieri dai dati Istat e salutato come “soddisfacente” da Gentiloni e Padoan è ancora ben lontano dalle stime richieste per avviare non tanto una decrescita, quanto una stabilizzazione del nostro debito.

Nonostante ciò, il ministro dell’Economia si è affrettato a commentare i dati diffusi da Bankitalia affermano che “il debito inizierà a scendere” perché “ la nostra politica di bilancio è virtuosa”. Ma forse Padoan si dimentica che nel 2016 era sempre lui alla guida del ministero dell’Economia. O forse dovremmo pensare che la politica di bilancio prima non era virtuosa e adesso si? In ogni caso, è bene che il ministro tenga a mente che questa cifra record del debito, essendo una pesante eredità del governo Renzi, di conseguenza, è anche la sua.