Nel D’Addario-gate ci sono troppe coincidenze e portano tutte al Pd
19 Giugno 2009
Vi è un anomalo “rapporto tra alcuni esponenti della sinistra e una piccola parte della magistratura barese e pugliese”. Dopo il terremoto di Bari, il ministro Raffaele Fitto, chiamato in causa nel D’Addario-gate dal presidente della Provincia di Lecce Giovanni Pellegrino (Pd) , non ha dubbi: “Più passano le ore più risulta chiaro che non c’è assolutamente nulla di casuale e di scollegato tra le “scosse” al premier preannunciate domenica scorsa da Massimo D’Alema, lo scoop giornalistico del Corriere della Sera, la fuga di notizie dalla Procura di Bari e la circostanza che nonostante la folla che circondava il Presidente Berlusconi a Bari, la signora D’Addario sia riuscita ad essere spesso sullo sfondo delle foto scattate per strada al Presidente”.
Pellegrino respinge l’ipotesi di "informazioni date sottobanco a D’Alema" e rilancia: "L’inchiesta che ora ha portato alla luce un giro di escort era stranota e molto tifata dal Pdl visto che all’inizio aveva portato alle dimissioni dell’assessore regionale alla sanità Tedesco".
Requisitoria per requisitoria, anche l’esponente barese del Pdl solleva i suoi dubbi e chiede alla magistratura di non tralasciare alcun tassello dell’intricato puzzle che dalla sanità di Bari porterebbe dritto dritto a Palazzo Grazioli. “È vero o non è vero – si chiede Fitto – che nei giorni successivi alla visita (del premier a Bari, ndr), la signora D’Addario ha contattato molte tv locali chiedendo copia delle immagini che la ritraevano a Bari affianco al Presidente? Ed è vero o non è vero che in particolare sia stata a Telenorba chiedendo quelle immagini “in via amichevole” e “per uso personale”? E, ancora, è vero o non è vero che sempre la signora D’Addario, il giorno della visita del Presidente, ha contattato il titolare dell’agenzia fotografica Ipiesse News chiedendogli copia di foto e immagini che la ritraessero accanto al Presidente? E, se è vero, perché lo ha fatto?”
Intanto le indagini procedono, soprattutto quelle giornalistiche. Il solito Bonini butta in mezzo i nomi di altre donne che sarebbero coinvolte – e che però vengono a sapere del loro coinvolgimento dai giornali e da nessun altro – e alza il tiro, farcendo il racconto con immancabili, presunte storie di cocaina, mentre qualcuno racconta che nella redazione di Bari del giornale la Repubblica, Patrizia D’Addario continui a rilasciare testimonianze invece che ai Pm ai giornalisti.
"Non possono essere tutte coincidenze – afferma Fitto – sembra, piuttosto, coincidere tutto ancora una volta con un disegno preordinato mirato a screditare il Presidente Berlusconi e a condizionare i ballottaggi. Non è un caso che gli annunci di “scosse” siano arrivati dalla Puglia; non è un caso che a Bari si tenga domenica e lunedì prossimi uno dei ballottaggi più importanti per il Pd e il centrosinistra; non è un caso che a Bari il candidato del Pd sia Michele Emiliano, ex magistrato, che si ritrova oggi sindaco uscente e segretario regionale del Pd casualmente dopo aver indagato in passato in diverse inchieste, insieme all’attuale Sen. Maritati, su esponenti di rilievo di quello che poco dopo sarebbe diventato il loro partito. Non è un caso neanche – sempre secondo Fitto – che a buttare fango sul Presidente Berlusconi e a “difendere” l’inchiesta barese si unisca oggi al coro il senatore pugliese del Pd Gianrico Carofiglio, anche lui ex magistrato, anche lui nella Procura di Bari, anche lui componente di quella allegra comitiva di amici e vacanzieri composta tra l’altro dalla moglie di Carofiglio, anche lei pm della Procura di Bari che indaga, non so quanto opportunamente, sulla Pubblica Amministrazione nella stessa città in cui il marito è senatore del PD e il sindaco è segretario regionale del partito del marito".
"Le strane coincidenze si sprecano – ha concluso Fitto – se è vero, come è vero, che l’inchiesta della Procura di Bari nell’ambito della quale ci si è imbattuti nella signora D’Addario riguarda presunti illeciti nella gestione sanitaria pugliese targata centrosinistra ma, stranamente, la fuga di notizie riguarda solo la signora D’Addario e dopo quella fuga l’inchiesta viene oggi secretata. Non possono essere tutte coincidenze. Tutto, piuttosto, coincide e da’ ragione al Presidente Berlusconi nel parlare di complotto".