Nel Dpefr sviluppo e competitività con un occhio ai conti pubblici

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Nel Dpefr sviluppo e competitività con un occhio ai conti pubblici

03 Novembre 2011

Un occhio strizzato alla crescita e un sorrisino complice alla tenuta dei conti e alla sfida del risanamento della sanità. Futuro ma anche presente dunque nel Dpefr, il Documento di programmazione economica e finanziaria 2012-2014, che ieri il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha presentato ai sindacati, alle associazioni di categoria e alle parti sociali. Certo, si tratta di una bozza che è suscettibile di modifiche e di continua evoluzione, soprattutto a causa della situazione di incertezza che si sta vivendo al livello nazionale. Tuttavia alcuni punti sono saldi.

Basti pensare al cammino virtuoso intrapreso di fronte al debito sanitario, che proseguirà senza tentennamenti. Ad assicurarlo è lo stessi Chiodi: ”in questo Dpefr –sono le sue parole – c’è il proseguimento di quel percorso di risanamento della finanza regionale che ha portato all’abbattimento del 14% del debito regionale (quantificato in 800 milioni di euro) e alla cancellazione del deficit della sanità regionale, che quest’anno si appresta a raggiungere la parità di bilancio non facendo un solo euro di debito”.

Risanamento, dunque, ma anche sviluppo. E in questo senso la direzione è quella che punta dritta ai Fondi Fas, alla ricerca, all’innovazione. L’obiettivo è quello di trasformare l’Abruzzo in una regione moderna e competitiva, spogliandola definitivamente degli abiti del passato. ”Eviteremo di fare assistenzialismo soprattutto imprenditoriale – puntualizza infatti il presidente – ; siamo pronti a metterci le risorse ma poi le idee e la qualità dei progetti devono metterle gli imprenditori e tenteremo in tutti i modi di mantenere lo stato del welfare così com’è”. Passando in rassegna le criticità, uno dei principali nodi da sciogliere resta quello dei trasporti, che ha fortemente risentito del taglio delle risorse avvenuto al livello nazionale. In questo contesto, però, c’è un dato da non sottovalutare, e cioè che nel 2010 l’Abruzzo è stata la seconda regione in fatto di crescita, con un incremento del Pil, superiore alla media nazionale, e dell’occupazione.

Altro tasto delicato è il dialogo con gli imprenditori ai quali Chiodi ha Chiesto chiaramente un segnale forte nel senso della qualità dei progetti di investimento. La Regione ha fatto la sua parte e un esempio su tutti è quello legato ai Poli di Innovazione, strumento pensato e voluto proprio per superare una delle caratteristiche del sistema economico regionale non più adeguata al momento storico: ”Con i Poli di innovazione, che noi abbiamo voluto per superare la formula delle micro-imprese che molte volte non riescono a fare innovazione proprio perché piccole – ha spiegato Chiodi -, riusciamo a finanziare non le singole imprese, ma quelle imprese che s’inseriscono nei processi di aggregazione”. Come dire, gli strumenti ci sono: ora molto dipenderà dalle risposte delle imprese stesse.

Infine la replica ai sindacati, che hanno incentrato le loro perplessità, di nuovo, sul settore dei trasporti, tornando a chiedere la realizzazione di un’azienda unica. “Bisogna tener conto della realtà e del nuovo mutato scenario internazionale – è stata la replica del Presidente -. In Abruzzo questo nuovo approccio culturale si è abbastanza evidenziato e spero si prosegua su questa strada”.

Piena disponibilità ad accogliere tutte le istanze, dunque, ma anche una richiesta di responsabilità di fronte ad una situazione difficile che non riguarda certamente solo l’Abruzzo. “Quello di cui non abbiamo bisogno in questo momento sono le manifestazioni, gli scioperi”, conclude Chiodi. Il rischio, infatti, è di bloccare un processo che ormai è tanto inevitabile quanto necessario.