Nel “nuovo ordine” Trump-Putin forse c’è posto anche per la Corea del Nord
17 Settembre 2017
di Daniela Coli
Sui nostri giornali-tabloid le tensioni tra Nord Corea e Stati Uniti sono considerate un problema lontano, addirittura i giornalisti clintoniani in Italia ‘simpatizzano’ con Kim, perché potrebbe riuscire a indebolire The Donald e a cacciarlo dalla Casa Bianca. La questione è assai più complessa, perché Kim Jong-un non è un pazzerello, ha l’appoggio dell’establishment militare, ha dimostrato di potere colpire il Giappone, la Sud Corea, e potrebbe colpire Guam, territorio americano, e anche città come Los Angeles. Come ha detto il generale McMaster, non è un problema tra gli Usa e la Nord Corea, ma tra la Nord Corea e il mondo. E’ anche un nostro problema, perché l’Ue è nella Nato, e se fosse colpita Guam, immediatamente scatterebbe l’obbligo per la Nato di scendere in guerra al fianco degli Stati Uniti.
La faccenda si complica ulteriormente, perché la Germania della Merkel è anti-Trump e ha stretto alleanza con il cinese Xi Jinping, presentandolo come il nuovo leader della globalizzazione del mondo libero. L’Europa è a guida tedesca, la Merkel vuole anche un’alleanza militare con la Cina, quindi un conflitto tra Nord Corea e Stati Uniti finirebbe per spaccare la Nato e l’Europa e ci troveremmo di fronte a una terza guerra mondiale, privi del Regno Unito e con i paesi dell’est pronti alla secessione dall’Ue, perché non vogliono l’euro e per la difesa si rivolgono a Washington.
Come siamo arrivati a una Nord Corea potenza nucleare? Per l’insipienza delle amministrazioni Clinton, Bush sr, Bush jr, Obama, che hanno creduto di potere controllare le ambizioni nucleari di Kim con aiuti economici. Difficile una soluzione diplomatica del conflitto, perché la Cina, partner economico dell’America, non è disposta a un regime change in Corea del Nord. Come afferma Richard McGregor sul Wall Street Journal, la Cina avrebbe tutto da guadagnare a contenere la Nord Corea, e a rassicurare il Giappone, perché essendo la seconda potenza economica globale potrebbe diminuire notevolmente il ruolo di Washington in Asia e presentarsi come la nazione egemone dell’Asia, fonte di ricchezza ed equilibrio. Perché la Cina non adotta questa soluzione?
La versione ufficiale è che Pechino non può pacificarsi col Giappone per le atrocità nipponiche durante la seconda guerra mondiale. Sappiamo però che il Giappone si è ripetutamente scusato per il comportamento durante la guerra e che molti diplomatici, accademici e manager cinesi vorrebbero normalizzare i rapporti col Giappone, parlano giapponese – come i nipponici parlano cinese – ma non possono dirlo pubblicamente perché sarebbero considerati traditori. Una normalizzazione sino-nipponica sarebbe un vantaggio per la terza e la seconda potenza economica del mondo, ma per il WSJ i cinesi hanno intossicato il popolo di odio antinipponico e non possono tornare indietro.
Questa analisi non tiene conto, come osserva lo stesso WSJ, che un veloce riarmo della Sud Corea e del Giappone potrebbe fare cambiare idea ai cinesi. Sappiamo anche che in caso di attacco nordcoreano agli Stati Uniti, i cinesi rimarrebbero neutrali, mentre non lo sarebbero in caso di attacco Usa alla Nord Corea. Perché la Cina si comporta così? Forse perché si sente forte dell’alleanza con l’Europa tedesca: la Germania ha appena firmato un accordo con l’Iran per forniture di acciaio, secondo il Ceo di Imidro, che coinvolge anche l’Italia. La Germania ha anche preso posizione contro il sostegno dell’Arabia saudita alla guerra in Yemen contro gli sciiti, alleati di Teheran.
Però la Germania ha il problema che la Turchia ha già un “deal”, un accordo con la Russia, da cui ha acquistato l’efficace sistema di difesa missilistico S-400 – già impiegato in Iran e in Siria – , e uno col Regno Unito, che venderà armi ai turchi contro i curdi. Russi e inglesi sono rivali storici come francesi e inglesi, ma da sempre si alleano quando ci sono interessi geopolitici comuni. Anche il progetto faraonico dell’Eurasia potrebbe infrangersi contro gli interessi di altre potenze. Durante il recente tour di Theresa May in Giappone, i giapponesi hanno deciso di lasciare in Gran Bretagna le loro imprese anche dopo Brexit, e stanno discutendo con la Russia per costruire una nuova transiberiana che collegherebbe Londra con Tokyo.
Certo, a Xiamen, in Cina, si è svolto l’importante summit dei BRICS, con il russo Putin, il cinese Xi, l’indiano Modi, il Brasile e il Sud Africa. La Banca dei BRICS è già operativa a Johannesburg e dovrebbe finanziare lo sviluppo del continente africano. La Cina ha fatto enormi investimenti in Africa, vuole espandersi in Africa, dove anche la Merkel vuole investire. Non va, però, dimenticato che se la Cina è un partner economico importante per l’India di Modi, l’India ha il problema storico del Pakistan (l’attentato di Mumbai dice qualcosa) e il Pakistan è alleato con la Cina. Quindi, nonostante la ferma opposizione di Putin a fare diventare Kim un nuovo Saddam, l’invio di nuove truppe americane in Afghanistan con l’obiettivo di smantellare i santuari del terrorismo in Pakistan, mira anche a coinvolgere l’India e la Russia, che hanno il problema del terrorismo islamista.
E Putin non vuole certo perdere la Siria, né la Crimea, né il prestigio conquistato presso Egitto ed Arabia saudita, appoggiando il generale Haftar in Libia, sostenuto anche da francesi e inglesi, che certo non vogliono lasciare l’Africa a tedeschi e cinesi. E’ dunque evidente come le tensioni tra Nord Corea e Stati Uniti siano un problema per il mondo e potrebbero deflagrare in una guerra mondiale. Trump aveva cercato di avviare una nuova politica internazionale con un “deal” con la Russia, ma l’isteria sul Russiagate, il presunto scandalo sulle infiltrazioni del Cremlino nella politica Usa, ha eliminato il generale Flynn, l’uomo della nuova politica con la Russia (insieme a Tillerson).
La notizia del WSJ che Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, in cambio dell’immunità, potrebbe consegnare a Trump le prove che non c’erano i russi dietro alle rivelazioni delle mail da cui emergeva che i democratici ostacolarono il candidato socialista Sanders per favorire Hillary, potrebbe aprire una nuova fase nei rapporti con la Russia. Potrebbe riemergere il progetto di Kissinger di un Trump-Roosevelt che si allea con la Russia per sostituire l’attuale anarchia hobbesiana con un ordine mondiale retto da potenze regionali. Forse, in questo nuovo ordine, si potrebbe anche trovare una soluzione per fare rinsavire la Nord Corea.