Nel nuovo partito non c’è spazio per le correnti ma solo per diverse identità

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Nel nuovo partito non c’è spazio per le correnti ma solo per diverse identità

17 Marzo 2009

Valducci lei ha partecipato all’avventura del 94 e oggi, a quindici anni di distanza, si appresta a viverne una nuova sempre al fianco di Berlusconi. Quali le differenze emotive che nota tra i due momenti?

Certo, sono momenti storici completamente diversi, ed oggettivamente difficili metterli a confronto, tante le diversità. Le emozioni sono forti, ma anche qui con delle differenze forti.  Nel 94 c’era un entusiasmo che non ho problemi a definire anche ingenuo, perché serviva anche una buona dose di ingenuità per scendere in campo ed inseguire l’incredibile avventura berlusconiana nel suo nascere, che poi bloccò la gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Oggi l’approccio è diverso perché è sparita l’ingenuità ed è sopraggiunta la consapevolezza.

Anche i cittadini e gli elettori a quanto pare sono meno ingenui.

Nell’elettorato questa emancipazione è avvenuta prima rispetto alla classe politica. E sa perché? Per il semplice motivo che non devono tutelare posizioni ma semmai conquistare spazi. Il 2 dicembre del 2006 è stato chiaro a tutti il messaggio inviato dalla gente alla politica, ci hanno detto, noi già siamo parte del Popolo della Libertà. Una convinzione rafforzata dalla grande partecipazione nei gazebo contro Prodi e con l’entusiasmo che ha seguito e rafforzato la svolta del predellino.

2 dicembre 2006 e  17 novembre 2007, sono queste le due date simbolo del Pdl?

Decisamente si. Oltre a quel giorno del ’93 in cui Berlusconi diede il primo sdoganamento a Fini preferendolo a Rutelli nella corsa per il Campidoglio e la vittoria elettorale del 13 aprile 2008

Nascono ora i club della libertà, primo vagito di correnti all’interno del Pdl?

No, semmai rappresentano il proseguimento di un certo modo di fare politica, nel solco di quella rivoluzione, iniziata da Berlusconi. Questi circoli serviranno affinché non si verifichi quello che ha detto Fini giorni fa: ovvero di ritrovarsi con Verdini e La Russa chiusi in una stanza a scrivere lo Statuto. Che ci sia in un momento di transizione come è questa una reggenza, un controllo dei soli vertici, è anche normale. Ma poi terminato  il momento di passaggio questi luoghi serviranno per raccogliere le decisioni, le voglie e gli umori del nostro popolo. Lo stesso popolo al quale abbiamo chiesto che nome dare al nuovo partito.  

Niente correnti quindi?

Non le chiamerei correnti ma aree di appartenenza. Ci sono quelle provenienti da An, e poi c’è Comunione e Liberazione, gli ex socialisti. Sarebbe da irresponsabili per noi che abbiamo fondato Forza Italia oggi dire a questi soggetti di non poter esprimere il loro parere.

Questi club saranno i famosi luoghi della discussione di cui tanto si parla?  

E’ un modo visibile per dire come vogliamo fare politica. Mettendosi in gioco e rendendoci visibili fuori da quella logica di spartizione politica.

Le cultura politiche sorte intorno a Berlusconi sono tante. Come si fa a fonderle? Perché il rischio che il Pdl sia una mera somma di ex c’è…

Ognuno ha la sua identità, la sua storia e i suoi bagagli. Che sono una risorsa ad un patto, che appunto questi bagagli non diventino zavorra perchè a quel punto si bloccherebbe il tutto. La nostra sfida è proseguire con questi bagagli verso un bipolarismo che vada verso il bipartitismo.

Come mai a meno di due settimane dal Congresso ancora non sappiamo se ci sarà il triumvirato ad affiancare Berlusconi?

Ci sono ancora lavori in corso, non nascondiamolo. Sta a Berlusconi sciogliere queste ultime riserve. Sono dei comprensibili ritardi considerato il processo in svolgimento. Ma ci sta una situazione come questa in una fase temporanea. Ad ogni modo è indicativo notare come da undici mesi i vertici del partito sono chiusi tra quattro mura per decidere il futuro del Pdl.  

Un pezzo da novanta come Alemanno ha proposto lo scrutinio segreto per eleggere ufficialmente Berlusconi leader del Pdl. Come giudica la proposta e cosa c’è  secondo lei dietro a questa voglia di scrutinio segreto?

La proposta le definisco senza mezzi termini ridicola. E dietro ci vedo una voglia di indebolire la leadership del più popolare leader italiano mai avuto sin dai tempi della nascita della Repubblica. E poi, stiamo andando verso nuovi modi di vivere e intendere la politica e respingo una proposta del genere, arzigogolata e che sa tanto di vecchia politica.

Lei lo ha letto lo Statuto del Popolo della Libertà?

Io personalmente no. Nemmeno le bozze

Dopo il Congresso si aprirà la partita dei coordinatori regionali, già si discute sulle divisioni?

In questo momento ci sono due linee di pensiero. Da una parte c’è chi vorrebbe le assegnazioni subito dopo il 27 marzo. Dall’altro chi preferirebbe muoversi dopo le amministrative, perché in casi come questi c’è sempre il rischio di scontentare qualcuno e di ritrovarsi con gente poco motivata in vista della tornata elettorale. Personalmente io sono per la seconda ipotesi e che per ogni coordinatore nominato in quota Forza Italia ci sia un vice vicario di An e viceversa.