Nel Pd campano già si litiga per le candidature
19 Gennaio 2011
di F. C.
Aria di elezioni e nel Pd campano già è aperta la battaglia per i posti in lista. E’ bastata un’indiscrezione del Velino sulle manovre in atto per la composizione delle liste per Camera e Senato dei Democratici, che si è subito innescato un acceso confronto tra le diverse anime del partito.
In particolare, i ragionamenti dei dirigenti campani sono tutti concentrati sulla peggiore delle ipotesi, ossia la probabile sconfitta alla Camera che comporterebbe un radicale e significativo ridimensionamento della rappresentanza parlamentare del Pd in Parlamento. Infatti, alla luce di quanto prevede l’attuale legge elettorale, la presenza del Terzo Polo e l’alleanza con Sinistra e Libertà, determinerebbero una suddivisione tra queste forze politiche dei posti destinati all’opposizione. E se alle scorse elezioni, in virtù della scelta maggioritaria operata da Veltroni, il Pd ha ottenuto nella circoscrizione Campania dieci deputati, con i restanti quattro divisi equamente da Idv e Udc, allo stato attuale il numero di seggi dovrebbe ridursi drasticamente. Le simulazioni che circolano a Sant’Andrea delle Fratte con l’attuale legge elettorale, considerata l’alleanza con Sel e Idv e la presenza del Terzo Polo, mette i brividi ai vertici del partito, in quanto la più rosea delle proiezioni assegna al massimo sette postazioni sicure. E’ comprensibile l’apprensione di quanti stanno cercando di garantirsi un posto al sole. Al momento, le certezze sono poche.
Il segretario Bersani, per arginare l’affondo dei "rottamatori", sembra intenzionato a ringiovanire la pattuglia campana alla Camera, per dare un segnale di ricambio della classe dirigente locale. Sicuro di un posto è il giovane segretario regionale, Enzo Amendola. Certa appare la candidatura, come rilevato dal Velino, dell’ex assessore comunale ai Grandi Eventi, la trentacinquenne Valeria Valente, candidatasi senza fortuna alla guida della Segreteria provinciale del partito. Altro nome in pole quello di Leonardo Impegno, presidente del Consiglio Comunale di Napoli e candidato dei franceschiniani alla segreteria regionale. Un’età media che non raggiunge i 37 anni. A questi, Bersani sembra intenzionato ad aggiungere un esponente della società civile, preferibilmente donna. I nomi che circolano sono due: la giornalista anticamorra Rosaria Capacchione, già candidata alle Europee, dove ha ottenuto un risultato lusinghiero senza il sostegno del partito, e la stimata segretaria regionale dell’Uil Campania, Anna Rea, vicina ad Enrico Letta. Fin qui quattro dei sette posti. Sulle altre, appetibili, posizioni, è già partito il toto-nomi.
Un posto sicuramente spetta alla componente popolare guidata dal deputato Salvatore Piccolo, che ha portato in Consiglio Regionale il primo eletto del Pd, l’onorevole Raffaele Topo. Con Piccolo destinato a traslocare al Senato insieme al segretario provinciale Nicola Tremante, il primo posto utile dovrebbe accaparrarselo il sindaco di Portici, Enzo Cuomo, recentemente elogiato dal presidente Berlusconi per i risultati raggiunti nella raccolta differenziata.
Chi altro oltre a loro? L’incertezza, per il momento, regna sovrana e riguarda anche gli uscenti. Appare scontata, anzitutto, la mancata riconferma dei paracadutati. Nel caso specifico, il giornalista romano Andrea Sarubbi, nonostante si sia dimostrato finora molto attivo nella cura del collegio, il prodiano Giulio Santagata e Olga D’Antona. Assieme a loro, dovrebbero fermarsi un giro e ritornare all’insegnamento i professori Ciriello e Mazzarella. Molto apprezzata per il lavoro parlamentare la deputata Luisa Bossa, ex sindaco anticamorra di Ercolano, sulla cui riconferma non dovrebbero esserci invece dubbi. Stesso discorso per l’ex ministro Luigi Nicolais, vicepresidente della Commissione Cultura, immolatosi alle scorse provinciali e per il quale potrebbero aprirsi le porte di Palazzo Madama. Gli altri eletti – Donato Mosella e Bruno Cesario – sono già transitati in altri partiti.
Alle loro spalle scalpitano i pezzi grossi del partito campano. In particolare, i tre concorrenti alle primarie per la scelta del sindaco. Secondo i ben informati, la candidatura di alcuni di questi nasce proprio in chiave parlamentare. E’ il caso di Andrea Cozzolino, recordman di preferenze nella Circoscrizione Sud alle scorse Europee, la cui dimensione a Bruxelles gli sta stretta e scalpita per un ritorno alla politica attiva in Italia. Se dovesse fallire la scalata a Palazzo San Giacomo, ha già manifestato il desiderio di trasferirsi a Roma, lasciando il proprio seggio al dalemiano Lavarra. Anche Nicola Oddati, assessore alla Cultura della giunta Jervolino, gioca la sua partita in virtù delle scelte romane. Mentre il migliorista Umberto Ranieri, responsabile Mezzogiorno del Pd, in caso di mancata elezione, potrebbe ritornare a Montecitorio dopo essere stato fermo un giro.
Più defilati, ma ugualmente in corsa per uno scranno, l’ex segretario provinciale dei Ds, Massimo Paolucci, il capogruppo regionale Giuseppe Russo, primo dei non eletti alla scorsa tornata al Senato, ed il referente campano di Ignazio Marino, l’ex assessore provinciale Luca Stamati. Tutti papabili candidati, in competizione per una posizione eleggibile, caratterizzati da un significativo limite: ad eccezione di Cuomo, sono tutti provenienti dai Ds. Un fattore non irrilevante per Bersani, che in Campania ha dovuto fronteggiare l’emorragia di voti moderati dopo l’uscita, nell’ordine, di De Mita prima e del potente assessore regionale Pasquale Sommese poi. Un puzzle complicato, quindi, che spinge molti deputati ad augurarsi che questa legislatura possa continuare fino alla sua naturale conclusione.
Al Senato, invece, bisogna trovare la quadra con le altre province. Tra i napoletani, date per certe le esclusioni di Villari e Chiaromonte, oltre a quelle probabili di Sircana e Follini, al fianco della riconfermata Teresa Armato troverebbero spazio Nicolais, Piccolo e Tremante. Il Velino prospetta un avvicendamento in famiglia, con Anna Maria Carloni, che lascerebbe il posto al compagno Antonio Bassolino. Sarebbe il buen retiro del Senato l’ultima tappa della carriera tra luci ed ombre dell’ex governatore.