Nel Pd si moltiplicano i candidati e crollano gli iscritti
22 Luglio 2009
"Non mi piace lo slogan ‘mescolati, non agitati’ e tantomeno il Democratic party della festa di Roma. E’ una frase di James Bond, l’agente 007". Sul filo di lana, a 48 ore dalla scadenza dei termini per la presentazione di candidature alla segreteria del Pd entra in scena il quarto uomo. La new entry è quella rappresentata da Renato Nicolini, architetto eclettico, già deputato, assessore alla Cultura della capitale e creatore dell’Estate romana. Oggi avverrà l’atto ufficiale e la presentazione della sua discesa in campo, un cocktail fatto “di leggerezza e privo di integralismo”. Nicolini si aggiunge agli altri aspiranti segretari: Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Ignazio Marino mentre non c’è ancora un verdetto definitivo sul blogger Mario Adinolfi che non ha ancora raggiunto la soglia delle 1.500 firme necessarie per correre al Congresso che si terrà – ora è ufficiale – l’11 ottobre a Roma.
Se il toto-candidati si arricchisce di nuove sorprese in casa Pd c’è sempre la questione tesseramento a far discutere e tenere banco. I termini per l’iscrizione si sono conclusi ufficialmente ieri. La direzione del partito, contrariamente a quanto chiesto da Ignazio Marino che voleva chiudere il 31 luglio, ha deciso di non concedere proroghe per evitare slittamenti nell’iter congressuale. Il risultato è semplice: il chirurgo-senatore non potrà lavorare per rafforzare il bacino dei propri sostenitori e non avrà la possibilità di aumentare la propria capacità di competere nelle assise congressuali. A questo punto bisognerà stilare i dati del tesseramento e renderli ufficiali. Le proiezioni parlano di numeri di tessere molto bassi, al di sotto delle aspettative, inferiori alla somma delle tessere pre-fusione di Ds e Margherita. La cifra più attendibile sembra essere attorno alle 600mila adesioni, ben lontano dal milione che era stato fissato come obiettivo possibile. Al primo luglio le tessere erano poco sopra le 500mila, nelle ultime settimane c’è stata però un’accelerazione nelle iscrizioni.
Naturalmente bisogna fare i conti con i controlli sulle possibili anomalie. Già oggi inizierà un iter lungo e impegnativo. Le tessere andranno convalidate circolo per circolo e poi saranno stabiliti i delegati. Un lavoro che si dovrebbe chiedere alla vigilia di Ferragosto, in modo che i primi congressi di circolo possano svolgersi già a settembre. Il 23 luglio, inoltre, i candidati alla segreteria nazionale dovranno presentare i propri documenti politici. Per i candidati alle segreterie regionali questo stesso termine è fissato al 31 luglio. Il Congresso nazionale si svolgerà a Roma l’ 11 ottobre, mentre le primarie si terranno in tutta Italia il 25 ottobre.
La novità politica rispetto alle quattro candidature alla segreteria dovrebbe essere la nascita di un’area di ”non allineati” preventivamente che stanno lavorando alla scrittura di un documento comune che potrebbe concludersi con l’appoggio a Bersani. L’iniziativa, promossa da Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, ha l’adesione di Andrea Orlando, Antonello Cabras, Piero Marrazzo e Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno. Si tratta di ex veltroniani ed ex fassiniani che hanno l’obiettivo di dar vita a una lista autonoma a favore della candidatura di Bersani in alcune realtà regionali. Tra i firmatari di questo documento, potrebbero esserci pure Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, e Michele Emiliano, sindaco di Bari.
Nel frattempo “Il Riformista” anticipa la bozza della mozione congressuale che Pier Luigi Bersani presenterà a sostegno della sua candidatura alla segreteria del Partito democratico. Il documento, intitolato “Per l’Italia”, si fonda su un giudizio severo sulla stagione veltroniana: "Perché – si chiede Bersani – il Pd ha deluso le aspettative che aveva suscitato?". La risposta è articolata, secondo il quotidiano, su tre punti: primo, "è successo perché la vocazione maggioritaria si è ridotta alla scorciatoia del nuovismo politico"; secondo, "perché invece di fondare un partito mai visto nella storia italiana si è preferita la suggestione mediatica al rinnovamento dela cultura politica"; terzo, "perché, dopo aver invocato la partecipazione popolare alle primarie e aver ottenuto la risposta formidabile di oltre tre milioni di cittadini, non si è riusciti a costruire un’organizzazione plurale e aperta in grado di coinvolgerli". La chiosa finale è lapidaria: “Abbiamo disperso un tesoro immenso”. Un documento che ieri gli è valso l’appoggio ufficiale da parte di Enrico Letta. Un’alleanza che trasforma sempre più congresso e primarie in una gara senza esclusioni di colpi e senza un vincitore predestinato.