Nel taglio alla spesa pubblica il vero piatto ‘forte’ sono i dipendenti statali
07 Aprile 2012
di redazione
Dopo l’aperitivo e l’antipasto è necessaria la portata principale. Non è una novità, è il buon vecchio piatto che la mamma ci prepara, che quando il cielo è uggioso, siamo un po’ abbattuti e stanchi vorremmo che ci facesse la nostra signora (che presa da raptus competitivo con la cucina della nonna da il massimo, ma non arriva mai uguagliare la suocera), con alterni risultati.
Bene, 3.382.341 è il numero di dipendenti statali attualmente attivi secondo il rilevamento dell’annuario statistico regionale Lombardia (2010). 1.139.382 sono dipendenti delle scuole statali, 652.584 dipendenti della Sanità pubblica, 1.590.373 dipendenti di altri enti. Facciamo un conticino, banale, banale (forse tanto banale che i Professori non lo sanno fare e preferiscono le tasse): 3.382.341 moltiplicato uno stipendio medio di 25.000 euro anno sono, udite, udite 84.558.525.000! si leggete bene, 84 miliardi di euro annui per i soli stipendi. Diciamo la verità 25.000 euro annui è uno stipendio basso, bassissimo, magari per chi ci lavora da 20 anni e conosce tutti i meccanismi della pubblica amministrazione.
Dunque 84 miliardi per servizi efficienti? Scuole che ti preparano al meglio? Sanità super efficiente? Per chi non avesse idea della cifra di cui stiamo parlando, questa corrisponde al nostro debito pubblico…
1) Nell’aperitivo avevo proposto l’abolizione del titolo di stato (maturità, esami professionali, etc.) con l’obbiettivo di abbattere quel 1.100.000 di dipendenti statali. Diciamo che metà del servizio statale scolastico può essere assorbito dal privato (negli anni ’50 era così, poi è iniziata la socialistizzazione del paese)? Certo! Uguale: dipendenti statali dimezzati fino a 550.000.
2) Sanità, qui la domanda è ancora più imbarazzante: ma perché lo stato deve avere degli ospedali? A chi non può permetterselo lo stato paga il conto, qualsiasi conto. Diciamo che ci teniamo un po’ di funzionari per controlli e vari e affini. Uguale: dipendenti di stato addetti al servizio sanitario ridotti del 80% per un risultato di 130.000 dipendenti.
3) Altri enti. Diciamo che è vitale mantenere un apparato di sicurezza e difesa forte, ben addestrato e numeroso, 250.000 devono rimanere. Dei restanti 1.340.000 dipendenti tra abolizione delle province, degli enti inutili, ottimizzazione dei processi interni (ma sapete che in procura a Milano le comunicazioni girano ancora su carta, e poi hanno il coraggio di chiederti altre risorse), diciamo che ne avanzano due terzi (perché è Pasqua e siamo buoni). Uguale: 880.000 dipendenti pubblici per far girare il meccanismo burocratico. Per le nuove assunzioni basta con i bandi (inutili, inefficienti e dispendiosi), tutto attraverso selezioni del personale dirette. Bilanci degli enti tutti pubblicati on line ( ma lo sapevate che gli enti si stato non erano obbligati a fare un bilancio fino all’ultimo governo Berlusconi…).
Facciamo sempre i conto della serva, nella nuova configurazione abbiamo bisogno di 1.584.608 dipendenti pubblici a cui vanno aggiunti 250.000 effettivi tra forze di sicurezza e armi varie, per un totale di 1.834.608.
Con il solito stipendio medio le nuove necessità dello stato risulterebbero pari a 45.865.195.000 (45 miliardi)! Saldo netto di 40 miliardi risparmiati. In due anni paghiamo tutti i debiti e in tre cominciamo a investire pesantemente in infrastrutture (magari cablare tutta la penisola con fibre ottiche, il ponte di Messina, etc). Forse riusciamo anche ad aumentare gli stipendi degli statali e ridurre la tentazione di cercare attraverso altre fonti i soldi per mandare i propri figli a scuola (per la cronaca la corruzione/concussione è un reato tra dipendente statale malpagato e privato, la corruzione tra privati non esiste).
Per il contorno vi propongo qualcosa di verde, dopo aver digerito la portata principale.
(il commentatore ‘Fra Diavolo’)