Nella battaglia al terrorismo islamista Nigeria, Usa e Ue stanno a guardare

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Nella battaglia al terrorismo islamista Nigeria, Usa e Ue stanno a guardare

31 Dicembre 2011

La Nigeria ha vissuto ancora un Natale di sangue. Tre chiese nel Nord del Paese sono state oggetto di attentati che hanno causato almeno 40 vittime. La maggior parte ha trovato la morte sui gradini di una chiesa cattolica a Madalla vicino alla capitale Abuja, dopo aver partecipato alla messa di Natale. Corpi carbonizzati e arti smembrati da un bomba erano sparsi attorno alla chiesa distrutta. Quello del 2011 è stato descritto come “il Natale più nero che la Nigeria abbia mai avuto”.

Responsabile degli attacchi terroristici il famigerato gruppo islamico Boko Haram (“L’educazione occidentale è peccato”). Il mondo, come al solito, ha offerto le sue indecise, esitanti condanne. Tutti, dalla Casa Bianca al Vaticano, hanno definito “senza senso” i sanguinosi attentati che hanno colpito le chiese nigeriane. Eppure è da oltre un decennio che Boko Haram dichiara apertamente i propri obiettivi: applicare la sharia, la legge islamica, e assoggettare, se non eliminare i cristiani dalla Nigeria.

Il gruppo islamico continua a terrorizzare i cristiani. Ne ha uccisi migliaia e piazzato bombe o bruciato centinaia di chiese. Nel Natale dello scorso anno l’organizzazione terroristica ha fatto saltare in aria parecchie chiese, uccidendo quasi 40 fedeli cristiani. Boko Haram, il cui nome per intero in arabo è “Gente della Sunna per la Da’wa (islamizzazione) e il Jihad (la “guerra santa”)”, rappresenta un fronte religioso islamico ostile a tutto ciò che non è musulmano, cristiani in testa. “Per loro la religione cristiana è qualcosa che proviene dall’Occidente, e che quindi non è consentita”, ha spiegato a Ilsussidiario.net mons. Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, una delle città teatro degli attacchi contro le chiese che hanno insanguinato il Natale in Nigeria. “Il gruppo islamista considera la stessa Costituzione nigeriana come un prodotto della civilizzazione occidentale, e preferisce sostituirla con la Sharia. Boko Haram insomma è caratterizzato dal fanatismo più radicale. Gli stessi musulmani normali disapprovano profondamente le sue azioni, anche perché gli attentati non colpiscono solo le chiese, ma anche la polizia, le caserme e la stessa sede delle Nazioni unite ad Abuja”, ha proseguito l’arcivescovo.

Egli ha anche affermato che non si sa chi ci sia dietro Boko Haram (se gruppi politici o potenze straniere), nè chi fornisca loro fondi ed armi. “A Jos domenica sono stati arrestati quattro membri di Boko Haram, ma prima ancora che la notizia si sapesse erano già stati rilasciati. Mentre il 22 novembre scorso il senatore Ali Ndume era stato incarcerato per avere pianificato un attentato, e il 19 dicembre è stato rilasciato su cauzione. E’ questo il motivo per cui ritengo che non sia messa in atto un’attività d’intelligence sufficientemente incisiva, e la conseguenza è che gli attentati contro le chiese si ripetono in continuazione”.

Solo negli ultimi due mesi, il gruppo islamico ha effettuato attacchi contro decine di luoghi di culto cristiani, piazzando bombe in alcuni e dandone alle fiamme altri. Ha aperto il fuoco su una congregazione costituita soprattutto di donne e bambini, ha ucciso i due figli di un ex terrorista che si era convertito al cristianesimo, ucciso a sangue freddo dei sacerdoti e dei suoi membri si sono recati in alcuni negozi di proprietà di cristiani, ordinando loro di recitare versi del Corano. Coloro che non li conoscevano sono stati uccisi.

Il mese scorso, centinaia di musulmani di Boko Haram, armati, hanno invaso villaggi cristiani, uccidendo, saccheggiando e distruggendo tutto ciò che vedevano, in quattro lunghe ore di terrore. 130 cristiani sono stati uccisi e altri 45 sterminati in un altro villaggio, al grido di “Allahu Akbar !”. Centinaia di cristiani mancano ancora all’appello e migliaia sono fuggiti dalla regione.

“Le autorità federali della Nigeria, i servizi segreti e i leader musulmani non fanno nulla per difendere i cristiani e non osano neppure condannare gli attentati. I terroristi di Boko Haram non guardano in faccia a nessuno e sono pronti a colpire chiunque provi a contrastarli. E così gli stessi giudici, quando per caso mettono le mani su un terrorista, lo liberano subito dopo perché hanno paura”, ha denunciato mons. Ignatius Kaigama. “nessuno osa fare un solo passo avanti per condannare pubblicamente gli attentati di Boko Haram, figuriamoci arrestarne gli esponenti e punirli come prescrive la legge”.

Europa e Stati Uniti non hanno potuto far nulla finora per aiutare la Nigeria (benché gli USA abbiano offerto la loro disponibilità per scovare gli attentatori di Natale). Come ha spiegato lo stesso arcivescovo, “il nostro governo non ha mai richiesto il loro aiuto”. E’ grande l’indignazione dell’alto prelato: “Se le autorità federali non sono in grado di gestire la situazione nel Paese è loro dovere chiedere il supporto internazionale, e francamente non mi riesco a capacitare del motivo per cui non lo abbiano ancora fatto” ed egli ha affermato che “la Nigeria non ha bisogno di militari stranieri, ma di essere aiutata nel coordinamento delle forze di sicurezza federali. Il nostro governo dovrebbe rendersi conto che quanto sta avvenendo è ogni giorno più imbarazzante, oltre che estremamente doloroso per la nostra gente. Il problema non è solo dei cristiani, la gente non può più andare a scuola, nei mercati, in moschea, senza avere il timore di attentati terroristici”.

La mancanza di un appoggio efficace del governo non ha fatto tardare rappresaglie agli attentati di Natale. Alcuni uomini hanno lanciato una bomba all’interno di una scuola coranica nel sud del Paese a maggioranza cristiana, ferendo sei bambini e un adulto.

L’episodio ha avuto luogo nella regione petrolifera del Delta del Niger, mentre nella città di Damaturu nel nord musulmano della Nigeria sono circa 90 mila gli sfollati dopo gli scontri tra Boko Haram e il governo. Ad aggravare la frattura fra cristiani e musulmani c’e’ anche la situazione politica. Proprio oggi la Corte Suprema nigeriana ha confermato la vittoria alle presidenziali di aprile di Goodluck Jonathan, cristiano del Sud, respingendo il ricorso del Cpc (Congress for Progressive Change) che aveva denunciato brogli e il cui candidato, Muhammadu Buhari, musulmano del Nord, ex dittatore della Nigeria a meta’ degli anni ottanta, e’ arrivato secondo. Quest’ultimo ha parlato di un risultato “motivato politicamente”. Dopo le elezioni, le violenze fra le opposte fazioni avevano causato almeno 800 morti nel Paese.