Mentre trascorrevamo le feste tra gli ultimi sprazzi e razzi capodanneschi, un gruppo di pokeristi più incallito di altri partecipava al megatorneo di Texas hold’em organizzato online dall’agenzia di scommesse Bwin. La notizia è che tra i giocatori, oltre ai gambler professionisti, ci sono un gran numero di affittuari e senza fissa dimora provenienti dalle più sperdute regioni italiane. In premio infatti c’è un mutuo per la casa. 180.000 euro da spendere in una delle sedi di “Professione casa”. Oggi si disputa la finalissima.
Il poker texano in Italia è diventato un piccolo fenomeno grazie a “Poker mania”, la fortunata trasmissione condotta da Ciccio (“ciao uagliò”) Graziani su Italia Uno. L’hold’em somiglia alla vecchia “Telesina” che i più scafati giocatori natalizi ricorderanno come una variante del poker tradizionale (qualcuno la chiama “Back & Back”). Si gioca con due carte coperte per ogni giocatore e altre carte scoperte valide per tutti, le cosiddette “community cards”. Se vi interessa il regolamento completo del gioco lo trovate qui. L’hold’em è un gioco al cardiopalma fatto di improvvisi rovesci e folli puntate che seminano il panico tra gli avversari (“all in”). Fino alla fine della mano non c’è mai un vincitore sicuro e la posta in gioco oscilla come se fossimo sulle montagne russe (montagne russe che salgono soltanto però).
L’Italia ha un campione indiscusso in materia, il trevigiano Luca Pagano che è anche la spalla di Graziani a Poker Mania. Si racconta che Pagano, classe 1978, quand’era diciannovenne entrò per la prima volta in un Casinò sloveno e fece una partita di hold’em. Da allora ne ha fatta di strada (e di soldi), anche grazie a un papà più addentro di altri nel mondo dell’azzardo e ai suoi studi in ingegneria informatica: avete presente il film “21”, il valore atteso, la teoria delle decisioni e quella delle probabilità? Pagano ha una straordinaria dose di fortuna e abilità che lo hanno trasformato in un Professional Poker Player (PPP). Se vi capita di guardare una partita di hold’em in tv e uno dei giocatori indossa la giacca della nostra Nazionale di calcio è Luca Pagano.
L’aspetto più divertente e televisivo dei campionati di poker texano è la fauna che li frequenta. Al tavolo da un milione di dollari siedono personaggi degni del miglior cinema dell’azzardo: cowboy con lo Stetson e il barbone bianco stile Kit Carson, giapponesine rampanti quanto un pulp tarantinesco, gentiluomini che sollevano il bordo delle carte con l’eleganza di Gatsby. Prendete Marcel Luske, “l’Olandese Volante” – quando ha visto in azione il nostro Luca l’ha voluto immediatamente tra i suoi “Outlaws”, i fuorilegge del tavolo verde.
Chissà quanti sono i giocatori che in questi giorni hanno partecipato al torneo di Bwin. Sappiamo poco e niente di loro visto che si sfidano online. Ore ed ore di partite iniziate una settimana fa; una lunga fase di eliminatorie fino al 4 gennaio, quando qualcuno ha potuto sfruttare anche un ambito ripescaggio (“last chance”). Oggi sono rimasti in dieci a disputarsi il mutuo della Befana. Uno solo vincerà il “tavolo finale” ma attenzione, sembra che Luca Pagano abbia l’abitudine di giocare in Rete usando dei nickname come pseudonimo. Sarebbe davvero una jella trovarselo di fronte alla finalissima.
Potrà sembrare sconcertante, oltre che sconfortante, l’idea che per risolvere il problema dell’alloggio uno debba affidarsi a una pokeroom, ma pensate a Stendhal. Anche una mano di poker texano può cambiarti il destino, come un colpo di roulette. E quindi “difendete la vostra coppia” suggerisce Pagano. In fondo hold’em significa proprio questo, “tienile”, non gettare subito via le carte. Se all’inizio della partita ti capitano due assi fai una puntata così alta che i tuoi avversari saranno costretti a passare. E ricorda che un vero maverick non bleffa (quasi) mai.