Nella corsa al governo An e Fi tornano protagonisti e litigano

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Nella corsa al governo An e Fi tornano protagonisti e litigano

05 Maggio 2008

Si apre oggi l’ultima settimana di passione per il Cavaliere. Mercoledì, infatti, dovrebbe arrivare l’incarico dal presidente Napolitano e probabilmente venerdì in serata il giuramento. Quindi poco più di quarantotto ore per chiudere il cerchio. Per questo già oggi a Palazzo Grazioli Berlusconi riunirà i suoi più stretti collaboratori e nelle prossime ore vedrà anche gli alleati con l’obiettivo di risolvere le ultime questioni aperte.

Ma a tenere banco in questo momento è il duro braccio di ferro con An. Al centro del confronto la poltrona di ministro del Welfare che via della Scrofa non vuole assolutamente mollare. Incarico che era stato affidato agli uomini di Fini, e precisamente ad Alemanno, qualora quest’ultimo avesse perso la sfida per il Campidoglio, ma che adesso dopo la vittoria il Cavaliere vorrebbe assegnare a Maurizio Sacconi. Da An rispondono picche e proprio ieri pomeriggio dagli studi di “Domenica In” il neo sindaco di Roma ha riacceso la polemica con tanto di “incidente diplomatico”. Infatti Alemanno oltre ad aver spiegato che “non siamo disposti a rinunciare al ministero del Welfare. Abbiamo bisogno di un governo equilibrato con una presenza di uomini di An”, ha anche gettato nella mischia il nome di Alfredo Mantovano per quella poltrona: “Ho una grande stima di Alfredo Mantovano, un’ottima persona”. Una scivolata visto che da giorni via della Scrofa candida per quel ministero il portavoce Andrea Ronchi. E così il sindaco di Roma è stato costretto subito dopo ad una nota di rettifica, chiarendo che “non ho avanzato alcuna candidatura al Welfare. Non sta a me entrare nel toto-ministri. E’ compito del presidente Berlusconi definire la squadra di Governo da presentare al Capo dello Stato. Per quanto riguarda il Welfare, la candidatura espressa da Alleanza Nazionale è quella del portavoce Andrea Ronchi”.

In realtà retromarcia o meno la sensazione è che su questa poltrona si stia consumando dentro An una delle ultime battaglie tra le sue correnti. Infatti raccontano che Alemanno fin dal primo momento non sarebbe stato d’accordo con l’indicazione di Ronchi. Niente di personale, ma il ragionamento sarebbe stato che avendo in principio destinato quella casella ad Alemanno la nomina spettasse ad un uomo della corrente del neosindaco e cioè di destra sociale. Da qui l’uscita di ieri durante la trasmissione “Domenica In” con l’intento di far passare la sua linea. Una linea che però si è dovuta subito scontrare con quella di Fini, che non ha alcuna intenzione di avallare il principio che siano le correnti a decidere gli equilibri del governo. Posizione condivisa anche da Berlusconi. Ai suoi collaboratori, infatti, ha confidato di “non voler fare i conti con la guerra tra le correnti di An” e che “la presidenza della Camera ed il sindaco di Roma valgono più di due semplici ministeri”. Ragionamenti che il leader del Pdl aveva già fatto ad Altero Matteoli, incaricato per conto di Fini a partecipare alle trattative per il governo, e che tornerà a ripetere.

Nel frattempo però il Welfare continua a rimanere in ballo, e le ipotesi per dirimere la contesa sono diverse. Dallo spacchettamento che consentirebbe a Maurizio Sacconi, candidato di Berlusconi, di gestire le deleghe sul lavoro e ad Andrea Ronchi quelle sugli Affari sociali; alla sorpresa con l’arrivo di Elio Vito, qualora non riuscisse a diventare Guardasigilli, mentre per An ci sarebbe una lauta ricompensa con più viceministri e sottosegretari.

L’altro nodo, poi, è la giustizia. La fuga dalla poltrona di via Arenula continua in massa. Berlusconi aveva puntato su Claudio Scajola al posto di Vito ma l’ex sindaco di Imperia non ne vuole sapere di spostarsi da via Veneto, anche se non è detto però che l’opera di convincimento alla fine non premi il Cavaliere. In questo situazione Vito potrebbe finire alle Attività produttive. Intanto rimane sempre in pista la soluzione Marcello Pera insieme a quella che vedrebbe il palermitano Angelino Alfano come prossimo successore di Clemente Mastella. In quest’ultimo caso Raffaele Fitto si sposterebbe alla Funzione Pubblica lasciando libera la casella degli Affari regionale a cui ha fatto un pensierino Gianfranco Rotondi. In ogni caso una decisione sarà presa a breve e probabilmente dopo l’incontro con lo stesso Capo dello Stato.

Quasi certo, invece, che la Salute sarà un ministero. Anche qui qualche frizione con An che vedrebbe bene come ministro l’oncologo Raffaele Cognetti mentre Fi sostiene Ferruccio Fazio, primario al San Raffaele di Milano.

Sicuri al momento sono agli Esteri con Franco Frattini ed all’Interno Roberto Maroni. Alle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli con viceministro Roberto Castelli, mentre all’Ambiente come ministro sembrano in risalita le quotazioni di Maria Vittoria Brambilla. Alle Politiche agricole certo l’arrivo del leghista Luca Zaia. Maria Stella Gelmini dovrebbe essere il prossimo ministro dell’Istruzione con Sandro Bondi alla guida del dicastero dei Beni culturali. Tra le donne Giorgia Meloni, lanciata sempre ieri a “Domenica In” da Alemanno, potrebbe essere il prossimo ministro delle Pari opportunità con delega alla famiglia. Ai Rapporti con il parlamento Elio Vito o Paolo Bonaiuti, invece all’Innovazione tecnologica Lucio Stanca. Alla guida del ministero delle Politiche comunitarie dovrebbe arrivare un forzista come Renato Brunetta anche se si fa avanti l’ipotesi dell’ex eurodeputato di An, Adriana Poli Bortone. Infine alle Riforme e federalismo Umberto Bossi mentre all’Attuazione del Programma Roberto Calderoli, al quale la polemica libica sembra averlo blindato al suo posto.

Intanto oggi pomeriggio l’elezione dei presidente dei gruppi del Pdl alla Camera ed al Senato. Già tutto deciso con la nomina di Fabrizio Cicchitto presidente dei deputati ed Italo Bocchino vicepresidente. Invece a Palazzo Madama ticket inverso con Maurizio Gasparri presidente e Gaetano Quagliariello vice.