Nella corsa alla guida del Pd spunta anche l’outsider

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Nella corsa alla guida del Pd spunta anche l’outsider

19 Luglio 2007

Le idee sembrano chiare, il
coraggio di affrontare l’establishment non gli fa difetto, la determinazione
neanche. L’unica cosa che gli mancava, almeno fino a qualche giorno fa, erano i
moduli (obbligatori) attraverso i quali formalizzare la raccolta delle migliaia
di firme necessarie alla candidatura per la leadership del Partito democratico.

Si chiama Jacopo Gavazzoli
Schettini, classe 1965, fiorentino, l’outsider della “società civile” sceso in
campo contro Veltroni e tutta la santabarbara di targa partitica schierata per
la scalata ai vertici del nascituro soggetto politico unitario. Per presentarsi
al popolo del Pd ha aperto un sito internet, in cui spiega, papale papale, di
non essere affatto un militante, né della Margherita né dei Ds, ma di “appartenere
semplicemente a quelle numerose coscienze che si sentono attratte dalla
saldatura che verrà creata dai due diversi partiti e che temono di vedere
quella saldatura diventare uno spazio così angusto e tentennante da rendere
troppo fragile la costruzione. E così, nuovamente, subire un’altra delusione”.

Non sembra farsi illusioni,
l’esperto di finanza sceso in campo in nome di “una sinistra europea e
liberale”, di “una visione della società moderna ed aperta, ancorata non solo
ai valori di equità e giustizia, ma anche di efficienza dei servizi dello Stato
e sviluppo economico”. “Lo faccio – ha spiegato in una lettera aperta – nella
piena coscienza che questa candidatura potrà ridursi ad una mera
testimonianza”. Per il peso dei big in campo, naturalmente; dipenderà “dalla la
mia capacità di candidato”, ma anche – qui la stoccata ai maggiorenti del Pd –
“dalle regole che verranno decise per definire i modi e tempi con cui questo
partito dovrà nascere”. Una preoccupazione, quella sulle regole, che col
passare dei giorni ha assunto da parte di Schettini i toni della denuncia: “Le
primarie partono male. (…) Solo chi ha una struttura di partito a sua
disposizione potrà raccogliere le firme nei pochi giorni che restano, con tanti
saluti alla partecipazione democratica”.

Per quanto riguarda il
programma, il neo-candidato promette entro breve tempo un sintetico elaborato
in sette punti. Per il momento siamo alle dichiarazioni d’intenti, in quanto le
energie sono tutte dedicate alla raccolta delle firme, ovvero alla battaglia
per poter esistere e prendere parte alla competizione al fianco dei pezzi da
novanta e della new entry Mario Adinolfi (accolto da Schettini con un
“welcome”). Possibilità concrete è difficile attribuirgliene. Forse finirà come
con Scalfarotto, ex candidato “laico” nelle primarie per la scelta del
candidato premier di centrosinistra: inizialmente tutti a sfotterlo, fors’anche
a causa del cognome inusuale e del simpatico volto. E alla fine tutti a
rimpiangerlo: “Però, quello Scalfarotto non era niente male…”.