Nella storia di Damiani la centralità della persona e la politica come servizio
22 Maggio 2011
Si è svolta ieri a Bari presso la sala Consiliare Enrico Dalfino all’interno del Palazzo Di Città, la commemorazione del prof. Nicola Damiani che fu sindaco di Bari e esponente di spicco della Dc negli anni di Aldo Moro, in occasione della presentazione del suo realizzato dall’artista Stramaglia, che verrà esposto a Palazzo di Città insieme a quelli degli altri ex sindaci baresi.
Alla presentazione hanno preso parte ospiti di riilevo come il sindaco di Bari Michele Emiliano, il senatore del Pdl e presidente della fondazione Magna Carta Gaetano Quagliariello, i parlamentari Antonio Distaso e Francesco Sisto, il V.presidente del Cosiglio Comunale Posca, tanti consiglieri comunali e regionali, assieme ad amici e parenti. A salutare gli intervenuti a nome della Famiglia, il Prof. Leonardo Damiani, nipote di Nicola che ha presentato gli ospiti confidenzialmente, chiamandoli per nome, a sottolineare il rapporto personale e familiare che li legava a Nicola Damiani.
Quagliariello ha individuato come punti cardine della sua attività non solo politica: la centralità della persona e la politica come servizio al prossimo. Nicola Damiani era direttore della clinica di ginecologia dell’ospedale Divenere e per questo rinunciò molto spesso a incarichi politici di prestigio e di grande visibilità, conservando senza rammarico una passione politica innata, attiva, propositiva e combattiva: secondo Nicola Damiani lo spazio di visibilità e di potere sono solo strumenti della politica, come potrebbero esserne tanti altri ma la Politica, quella vera, è lontana dai riflettori e consiste nel difendere i valori in cui si crede, nel promuovere contenuti culturali, nel dispensare consigli e rimproveri disinteressati, dei quali ha beneficiato lo stesso Michele Emiliano agli albori della sua carriera politica, così come egli stesso ha ricordato; ma consigli ed affettuosi rimproveri non sono stati risparmianti neanche all’amico di una vita e leader carismatico Aldo Moro. La politica che spinge a cimentarsi coi mezzi informatici anche in tarda età, come ricorda affettuosamente Quagliariello, per non perdere e anzi per rendere più immediato il suo apporto etico e ideologico ad amici e colleghi. La politica che segue itinerante l’alternarsi delle stagioni ma che è statica nei valori e nella passione, nella onestà degli intenti e dei fatti, che si realizza tramite progetti a lungo termine capaci di far vivere i propri fautori al di là del tempo terreno. Questa l’immagine che Quagliariello conserva di un amico di famiglia che non ci si sorprendeva a veder girare per casa anche a notte fonda a discutere di Politica e del bene della città, insieme a suo padre Ernesto.
La locazione della commemorazione non è stata casuale: l’aula consiliare è stato un luogo vissuto da Damiani, come ha ricordato Michele Emiliano che tanti consigli e bacchettate ha ricevuto dallo stesso proprio fra quei banchi, nel corso dei Convegni ai quali Nicola Damiani partecipava come brillante oratore. E proprio Emiliano descrive le caratteristiche propriamente politiche di Damiani: era un Democristiano, ha detto, racchiudendo in un sostantivo la carica rivoluzionaria e insieme il mite patriottismo, il rifiuto di posizioni tecnocratiche a “sinistra” e “sempliciotte” a destra, la fuga da orientamenti xenofobi o marxisti nell’ottica di una politica come dinamismo, come ottimistico rinnovamento attraverso un uso educativo e non commiserativo del passato. Un politico vero, che sapeva e voleva ascoltare piuttosto che soverchiare il prossimo con le proprie affermazioni.
Le parole più intime e onnicomprensive dell’affetto che ha legato e lega tuttora i presenti alla manifestazione al Ricordo di Nicola Damiani sono state senza dubbio quelle del nipote Leonardo che, in linea con l’importanza della centralità della persona sottolineata da Quagliariello, ha affermato come, nonostante l’attivismo politico e la professione medica, Damiani non avesse dimenticato il divertimento, lo sport che praticava assiduamente, ma soprattutto la famiglia e l’amicizia che sono i beni più preziosi per un uomo, rapporti non fondati su falsa e conveniente accondiscendenza, ma sulla lealtà e franchezza. La compostezza morale di quest’uomo che costituisce un testamento spirituale, un testimone da raccogliere per parenti e amici.
A conclusione dell’incontro proprio per sottolineare il messaggio che Nicola Damiani ha voluto lasciarci ovvero il perseguimento del servizio al prossimo, il consigliere comunale Filippo Melchiorre in rappresentanza della Commissione Cultura ha consegnato un premio agli operatori sanitari del Divenere che si sono distinti per aver salvato la vita a tre pazienti in terapia intensiva operandogli la respirazione manuale in un momento in cui le macchine hanno smesso di funzionare.
Come premio un libro sulla storia del palazzo di città che richiude il cerchio su Bari, sulla sua immagine di laboratorio politico fortemente sentito negli anni attivi di Damiani e che deve tornare ad essere così per onorare la sua storia e i personaggi che l’ hanno scritta.