“Nemo è uscito dall’acquario e ha conquistato il mare aperto”
06 Febbraio 2012
La rivoluzione si fa nelle piazze, ma il cambiamento passa dentro la cabina elettorale con la matita in mano, più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara e più affilata di un coltello. È riprendendo questa celebre frase di Paolo Borsellino che si può far partire la riflessione sul congresso cittadino del Pdl a Bari.
Partendo dai dati numerici propri del capoluogo pugliese che attestano le mozioni D’ambrosio Lettieri e Sgambati rispettivamente al 66,5% e 33,5% è doveroso fare alcune considerazioni: innanzitutto, quello che è successo a Bari riflette il clima congressuale che si respira in tutta Italia, ovviamente misto ai particolarismi che sono propri della nostra città e delle personalità politiche di riferimento. Voglia di novità, di cambiamento, di gioventù forse intesa più in senso intellettuale che in quello tradizionalmente anagrafico. Qualcuno lamentava ieri sui social network la riproposizione di volti noti appartenenti alle fila partitiche degli anni ’80 e ’90, scatenando polemiche circa l’opportunità e la convenienza di affidarsi a coloro i quali provengono dai vecchi partiti o ai giovani, additati spesso come una compagine che stenta ancora a definirsi, quasi fosse una minaccia di azioni troppo progressiste e scomode per qualcuno.
Bari ieri ha rivalutato se stessa: l’affluenza al voto è stata buona, considerato che si è trattato di una domenica molto ma molto fredda: i tesserati, prima ancora cittadini considerati come componente imprescindibile e fondante della comunità sociale, hanno inciso con una penna (e non con una semplice matita) la propria volontà politica desiderosa di cambiamento.
Lo stesso Quagliariello, commentando l’esito dello spoglio su facebook, ha affermato ironicamente: “Il pesciolino Nemo è uscito dall’acquario e ha conquistato il mare aperto”. La mozione Sgambati-Melchiorre, infatti, seppure in minoranza rispetto a quella D’ambrosio Lettieri, si attesta al 33,5: tutt’altro che “Nemo”, troppo per non pesare, troppo per non incidere sulle decisioni future, sull’assetto cittadino da dare al partito. Un risultato inaspettato, considerata la giovane immagine politica dei candidati minoritari rispetto a quella del senatore D’ambrosio Lettieri, portavoce della corrente interna che fa capo all’ex ministro Raffaele Fitto.
Sull’esito dello spoglio, in realtà, il consigliere comunale Filippo Melchiorre non ha mancato di far notare come almeno 120 schede fossero intestate ad uno stesso indirizzo rivelatosi uno scantinato di proprietà universitaria, ma sulla vicenda sono stati promessi accertamenti che dissiperanno ogni ombra.
Al di là delle polemiche, la voglia di esserci è stata ed è tanta, il dovere di esserci altrettanto, per non deludere chi ancora crede, chi ancora sogna, chi si sforza di convincere e dialogare. C’è chi ha definito questi congressi “prove di democrazia” per riprendersi quella legittimazione popolare che è mancata in questi tempi alla politica. Prove tecniche che, superando le polemiche faziose e a volte sterili interne al partito, puntano alla ripartenza comune nella prospettiva – speriamo vittoriosa – delle prossime elezioni regionali.