Neoambientalismo: realtà o arma di distrazione di massa?

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Neoambientalismo: realtà o arma di distrazione di massa?

Neoambientalismo: realtà o arma di distrazione di massa?

07 Ottobre 2019

La salvaguardia dell’ambiente, – o neoambientalismo – oggi è sulla bocca di tutti: infatti, una settimana fa, circa centocinquantamila studenti sono scesi in piazza per manifestare, in teoria, a favore di politiche più attente alla salute del pianeta. Per le strade sono scesi soprattutto i giovanissimi delle scuole superiori, non solo perché avevano pronta la giustificazione a scuola del Ministro dell’Istruzione Fioramonti, ma anche perché a guidare questo movimento vi è una ragazza, Greta Thunberg, di appena sedici anni, sulla quale si sono già abbondantemente soffermati giornali, tv e social.

Tuttavia, è importante cercare di capire se questo movimento può rappresentare una possibilità positiva per una certa parte politica oppure no: il problema deriva dal fatto che, in Italia, tutte le fazioni politiche hanno cercato, in un modo o in un altro, di entrare nel merito dell’agitazione giovanile, nel tentativo, neanche troppo celato, di accaparrarsi voti.

Al momento, sicuramente, una certa sinistra è in netto vantaggio sull’argomento, probabilmente perché ha lo scopo di cavalcare l’onda emotiva dei più giovani e mettersi alla testa delle manifestazioni, avendo perso ogni contatto con il popolo e non avendo più vere e proprie idee. Obiettivo centrato, come dimostra anche il fatto che, in alcune città italiane, come Genova o Palermo, alcuni studenti rappresentanti di movimenti di destra sono stati allontanati – anche in maniera violenta – dai cortei. Ovviamente nessuno dice che questa battaglia debba essere ostacolata, in quanto la posta in gioco è veramente alta, ma, nel nostro Paese, al momento, è salito al potere uno dei governi più a sinistra e più pericolosi degli ultimi vent’anni. Nell’agenda di questo neo-governo i punti all’ordine del giorno sembrano essere, solo per esemplificare, ius soli, innalzamento delle tasse, eutanasia, mancanza di attenzione alla famiglia naturale (giusto per essere buoni) e porti aperti.

Di conseguenza, l’astratta ed utopica battaglia per il clima, rischia di essere dannosa e fuorviante, per vari motivi: i primi sono di carattere scientifico, perché circa cinquecento scienziati si sono già innalzati per contestare quanto portato in auge dalla Thunberg e i suoi seguaci, definendo, senza troppi giri di parole, le loro tesi “una falsa”.

Altri motivi validi per non cavalcare l’onda ambientalista sono di carattere sociale e politico, in quanto non si deve distrarsi da quelli che sono i temi veramente caldi della politica in Italia: ossia, lotta all’immigrazione clandestina, lotta al degrado, incentivi alla famiglia, flat tax, lavoro ai giovani, lotta alla limitazione del contante, aumento pensioni minime e altre ancora.

Dunque, mentre si fanno calcoli su come cercare di trovare anche un piccolo spazio nel complicato tema dell’ambientalismo, nel frattempo, possono essere approvate leggi che rischiano di abbattere gli ultimi bagliori della nostra identità.

Occorre chiedersi se ne valga o meno la pena.